Nutrire il pianeta, sfida di Expo

Si avvicina l’appuntamento con Expo 2015 e finalmente negli ambienti decisionali dell’importante evento internazionale si inizia a discutere sul tema di fondo dell’esposizione universale in programma a Milano: “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”. La prospettiva che sembra emergere in questi giorni privilegia di fatto una visione minimale dell’agricoltura e del suo ruolo nel compito impegnativo sotteso dal tema di Expo, quello di garantire l’energia per la vita ad una popolazione mondiale in costante crescita.L’attenzione – caldeggiata da Coldiretti e da alcune associazioni di consumatori e di produttori – pone l’accento sulle buone pratiche biologiche di un passato irripetibile, da applicare ad una agricoltura orientata ad ottenere cibi di alta qualità, ma per pochi.Ne scaturisce quasi naturalmente un ‘no’ deciso, quasi ideologico, nei confronti di chi crede, invece, che scienza e tecnologie applicate all’agricoltura possano consentire di migliorare la qualità dei prodotti base e di aumentarne la quantità, consentendo nello stesso tempo di ridurre il consumo di beni primari come l’acqua e l’utilizzo di agenti chimici – antiparassitari – che influiscono negativamente sull’ambiente.Mi sembra una visione miope e – come affermato da illustri scienzati al di sopra di ogni sospetto, come Umberto Veronesi – “antistorica”.Lo affermo con chiarezza: Confagricoltura non è pregiudizialmente contraria alle biotecnologie ed agli organismi geneticamente modificati.Anzi, pensando proprio a quella grande prospettiva indicata da Expo 2015 – “Nutrire il pianeta” – ed alla esigenza di garantire il cibo necessario alla vita alle centinaia di milioni di persone che ne sono privi, appare del tutto necessario guardare con attenzione e fiducia alla ricerca scientifica e tecnologica applicata all’alimentazione.Ne possono scaturire prospettive straordinarie per dare un futuro all’intero pianeta.È una sfida che, come imprenditori agricoli ma soprattutto come esseri umani, non possiamo e non vogliamo rifiutare, limitandoci come altri vorrebbero fare a coltivare l’orticello di casa nell’intento di soddisfare solo le esigenze di pochi.Per questo come Confagricoltura abbiamo chiesto esplicitamente ai responsabili di Expo che al grande evento del 2015 non venga esclusa ‘a priori’ alcuna prospettiva, soprattutto quella inerente l’apporto che scienza e tecnologia possono e devono dare al grande problema di assicurare il ‘minimo vitale’ a chi abita il nostro pianeta.Ne va della vita di milioni di persone ed, in ultima analisi, della stessa umanità.

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