Nubi nere sui lavoratori dell’Allogel

Si appesantisce la crisi Allogel e l’ombra degli esuberi si allunga sui 26 dipendenti attuali: la storica azienda di pesce surgelato di Brembio attraversa una delicata fase tra crisi dei consumi e stretta del credito, e il futuro è tutto un’incognita. Un incontro ieri mattina tra azienda e sindacati non ha portato una schiarita sugli sviluppi della crisi. Già a ottobre era stata aperta una procedura di cassa integrazione straordinaria di un anno per tutta la trentina di dipendenti, e qualcuno di loro ha colto le occasioni presentate e a oggi ha già lasciato l’azienda. A essere in crisi non è la produzione, ma la commercializzazione di pesce fresco, decongelato e surgelato, ulteriore segnale della contrazione dei consumi e del risparmio degli italiani anche per gli alimentari. Tra dicembre e i primi di gennaio le attività erano però riprese tanto che non era stata applicata la cassa, ma la situazione è andata rapidamente deteriorandosi da metà gennaio in poi, e oggi l’attività è molto ridotta. «La situazione oggi è sicuramente più difficile rispetto a settembre quando abbiamo trattato per la cassa integrazione - dice Alessandro Cerioli della Fai Cisl -. Di certo ai lavoratori non possiamo chiedere un sacrificio maggiore di quello che già oggi stanno mettendo in campo, con la pazienza sull’erogazione delle spettanze e con l’apertura della cassa integrazione. È evidente che c’è grande preoccupazione sul futuro, e sebbene gli esuberi già prima fossero stati messi sulla carta, oggi fanno ancora più paura». Qualsiasi soluzione possa essere cercata dall’azienda, infatti, difficilmente non si passerà da una riduzione del personale.

E a questo punto si comincia a guardare anche a possibilità alternative alla Allogel nella prosecuzione delle attività: novità potrebbero arrivare o nel senso di un cambio di assetto societario o anche nel passaggio di alcune attività ad altre aziende. Ma è tutto un punto interrogativo. «L’azienda rispetto a questo non ci ha dato indicazioni certe, e credo stiano facendo tutte le valutazioni del caso - conclude Cerioli -. Certo noi siamo molto attenti agli sviluppi che dovessero presentarsi, e a questo punto è necessario prendere in considerazione anche l’ipotesi di una procedura di mobilità magari per cominciare a valutare come ricollocare i lavoratori in aziende eventualmente disponibili a proseguire le lavorazioni nello stabilimento di Brembio. Come si intuisce la situazione non è ancora definita né chiara, e aspettiamo le mosse dell’azienda prima di prendere una posizione».

Tra i lavoratori però cresce la preoccupazione, alimentata anche da una ridda di voci senza conferme su imminenti riassetti societari. Un’assemblea dovrebbe tenersi nello stabilimento domani, dopodiché si attenderanno le decisioni della società.

Andrea Bagatta

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