Non si vive sempre e solo in emergenza

Poco prima di Ferragosto una lettera dal Quirinale a Palazzo Chigi ha ricordato alcune questioni istituzionali, che si intrecciano con le misure per fronteggiare una crisi economico-finanziaria ancora lunga e complessa. L’attività legislativa è oggi sempre più caratterizzata dalla conversione di decreti -legge. E’ una pratica resa necessaria dalla crisi, ma fonte di incoerenze, che la presidenza della Repubblica puntualmente individua nel merito. Purtroppo, mentre si cerca di fare fronte alle più urgenti necessità, il necessario riordinamento istituzionale, di cui pure si parla in continuazione e che non sarebbe difficile realizzare per alcuni “rami bassi”, resta nel limbo delle buone intenzioni. Così si preferisce restare in una perenne situazione di ordinaria emergenza legislativa piuttosto che intervenire per rendere coerente e produttivo il rapporto tra Governo e Parlamento. Insomma, l’Italia si può governare sempre e solo “per eccezione”. Anche se i costi – e le incoerenze – sono sempre più alti. D’altra parte questa inefficienza (e spesso inefficacia) dell’azione legislativa paradossalmente rappresenta una sorta di garanzia per non poche posizioni e genera rendite di posizione. Un discorso non molto dissimile vale per la legge elettorale, il convitato di pietra di questo passaggio politico. Ragionevolmente si potrà mettere all’ordine del giorno la decisione quando non ci saranno più i tempi per un eventuale scioglimento anticipato delle Camere. Certo è che anche la questione dell’Ilva pone con sempre maggiore evidenza il problema dei rapporti tra i poteri dello Stato. Che questa trovi finalmente una equilibrata composizione non è solo importante per evitare un clima di permanente tensione e per evitare incoerenze. E’ decisivo anche nella dimensione europea. E’ sempre più evidente infatti che nell’Unione gli Stati contano e proprio per questo devono essere efficienti. Insomma, le questioni istituzionali restano una priorità, perché un sistema efficiente è meglio in grado di rispondere alle sfide e garantire tutti nella competizione intra-europea e internazionale. Certo, così come per quanto riguarda l’allocazione delle risorse, la coperta rischia di essere sempre troppo corta. Nella lettera appena ricordata, oltre a rilievi istituzionali, il Quirinale ricordava le priorità della innovazione, ricerca e formazione, invitando Governo e Parlamento ad una tutela attiva, ad una politica di investimenti. Corta che sia, la coperta deve comunque essere usata: istituzioni efficienti sono nell’interesse di tutti. Prima di tutto dei cittadini, ma anche dei partiti. Tanto più che alcuni segnali indicano che alle prossime elezioni si andrà in una situazione certo molto differente dal punto di vista strutturale, ma con un assetto del sistema politico non molto dissimile da quello greco, a proposito della centralità dei temi europei.

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