Non è questo il momento dei rimpianti

Ferragosto! Per i cristiani solennità dell’Assunzione al Cielo della Vergine. Per i Lodigiani “la Madonna d’Agosto”, in molti paesi anche giorno di sagra. Sull’onda del sentimento sarebbe facile e confortante ritornare a soli pochi decenni orsono. Riemergerebbero alla memoria ricordi di giornate gioiose, attese con giovanile impazienza. Giornate fatte di pochi gesti, intrise di fede, di tradizione, di ritualità ripetute negli anni. La “méssa granda” è il clou della giornata. Pronti ad entrare nella casa del Signore con rispetto, riverenza e timor di Dio, ma anche decoro e cura nell’aspetto, i fedeli gremiscono la chiesa, vestiti dell’abito migliore. Grandi l’animazione, l’empatia, il groviglio di sentimenti ed emozioni sul sagrato prima e dopo la funzione religiosa. Ci si ritrova, ci si rivede, ci si saluta con trasporto, cordialità e amicizia. Nell’aria del paese ancora il profumo di innumerevoli torte, portate al forno in teglie di rame nei giorni precedenti, e ora finalmente pronte per essere tagliate. Nella penombra delle case, al riparo dalla calura estiva, un sobrio pranzo, una siesta dietro le persiane socchiuse e poi tutti per le vie, seduti su semplici sedie o a passeggio, a far visita a parenti ed amici, in attesa del calar del sole, in un paese vivo e palpitante. Nel cuore una gioia fatta quasi di nulla, eppure piena ed appagante nella sua semplicità. Ferragosto 2014! Non è momento di rimpianti, non c’è posto per i ricordi; può suonare meschino aprirsi alla nostalgia.Messi alla prova da un mondo ed un tempo di violenza, soprusi, integralismo religioso e ideologico, di fronte al pianto che da tanti figli si alza a Dio, occorre ripensare la nostra fede. Serve rimetterci con orgoglio e a testa alta l’abito più bello, serve andare verso la casa del Signore con uno spirito nuovo. Serve ricercare l’incontro con questa Vergine che, dagli innumerevoli e prestigiosi dipinti sparsi nelle chiese di tutto il territorio, sembra guardarci serena in attesa di essere riscoperta. Come nuovi Apostoli persi e spauriti, ansiosi e tremanti verso un futuro sconosciuto e tenebroso, perché non portare gli occhi verso l’alto del suo cielo, pronti ad un rinnovato impegno, alimentati da certa speranza, fiduciosi nel suo aiuto materno e nella sua comprensione? Oggi ancor di più è tempo di preghiera, di veglia, di meditazione. Nel silenzio e nel cuore, con il desiderio intimo all’amore e alla pace, è tempo di svegliarci dal torpore, di aprire gli occhi verso la Vergine, di risentirla come madre celeste di ogni uomo. Con umiltà è tempo di ritornare a Lei, di adagiare nei suoi occhi il nostro sguardo, di cercare protezione nel suo abbraccio. Memore del dolore che il Calvario le ha portato ascolterà la voce dei suoi figli, il grido di un’umanità intera che sembra essere allo sbando e bisognosa di nuova redenzione.

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