Non abbiamo bisogno di un tutor

Puntuale come il più preciso degli orologi, ecco che ad ogni tornata elettorale il signor Colizzi si preoccupa delle sorti dell’Udc lodigiana. Probabilmente deve essere un amore mai corrisposto verso il nostro partito quello che lo spinge a “stimolare” costantemente la segreteria provinciale, dispensando, con la magnanimità che lo contraddistingue, preziosi consigli declinati in toni ancor più dolci del miele, mi verrebbe da dire. Certo, capisco che la tensione sia alle stelle, poiché, da abile stratega, avrà sicuramente intuito che sfoggiare il simbolo Udc “in bella mostra” avrebbe consentito, a lui ed al suo schieramento, di rispondere in maniera efficace ad una necessità di moderazione ed equilibrio proveniente da più parti. Purtroppo per lui non è andata così, semplicemente perché le nostre scelte non sono dettate da ragioni di “marketing politico”, ma dalla necessità di interpretare le esigenze di cambiamento dei cittadini.Sorprende, inoltre, l’agilità con la quale si addentra nelle dinamiche interne ad un partito che non è il suo e che, dunque, non dovrebbe conoscere, avventurandosi in accorate difese di parte (non si capisce se in veste di “tutor”, paladino o cos’altro), rappresentando, oltretutto, una situazione di contrapposizione tra direzione cittadina e provinciale che non è mai esistita nei fatti (magari solo negli intenti di qualcuno).Tuttavia, anche se i modi con i quali accompagna le proprie osservazioni sono, fortunatamente, poco compatibili con lo stile del nostro partito, la pervicacia dell’uomo nel dedicarsi a noi merita, almeno, qualche sintetico “sms” di delucidazione:- nel corso di questi mesi, tra il signor Colizzi e la segreteria provinciale Udc non c’è mai stato alcun tipo di contatto e, perciò, si fa proprio fatica ad intuire a quale cambio di direzione avrebbe dovuto essere preparato, visto che non c’è mai stata una direzione comune. Un politico esperto come lo è lui, dovrebbe sapere che il potere di utilizzo di un simbolo di partito è in capo al segretario regionale e/o nazionale; ergo ogni sua prospettata macchinazione attribuita alla segreteria provinciale frana rovinosamente; - il riferimento alle comunali del 2010 ed ai famosi “voti distorti in favore del candidato del centrodestra”, oltre che irriguardoso e degno di essere approfondito in sedi di più opportuna competenza, risulta del tutto inconferente ed infondato. Nel 2010 l’Udc aveva convintamente intrapreso una corsa solitaria con una buona affermazione alle regionali; è evidente che la presenza, in sede comunale, di più candidature che attingevano allo stesso bacino elettorale abbia sortito l’effetto di erodere consensi al partito. Mi chiedo, però, perché la questione dovrebbe appassionarlo più di tanto;- la scelta di sostenere Giuliana Cominetti e la lista civica che alla stessa fa riferimento è stata il frutto di una decisione ampiamente condivisa, soprattutto suggerita dagli esponenti “cittadini” (che numerosi compongono la direzione provinciale). Nessuna divisione tra provinciale e cittadino, dunque, a meno che nel “suo vocabolario” due soli voti contrari ad una proposta (a fronte di un numero favorevole cinque volte superiore) debbano definirsi, per forza, “frattura”. Inoltre, la candidatura Cominetti può dirsi civica perché non è espressione di un partito, ma proposta aggregante più forze politiche;- quando parla di rumors circa una sfrenata corsa alla ricerca di due candidati, credo sia sintonizzato sul canale sbagliato; non c’è nessuna difficoltà nella ricerca dei candidati, che saranno in numero maggiore; l’affermazione risulta, però, irrispettosa nei confronti dei militanti di partito e delle persone che in questi anni si sono avvicinate all’UDC e che mi sento di ringraziare ad una ad una;- da ultimo, quanto alla mancanza di rispetto nei confronti dell’elettorato lodigiano, non se ne ravvedono proprio le ragioni, in quanto l’Udc non è mai stata con il centrosinistra a livello locale. In questo senso, un piccolo suggerimento: l’elettorato moderato si è sempre mostrato particolarmente sensibile al rispetto e, quindi, usare toni così bruschi non mi sembra di certo il modo migliore per conquistarlo.Con queste sintetiche pillole spero di aver dissipato tutti i dubbi avanzati dal signor Colizzi, con l’auspicio che questa sarà l’ultima puntata della telenovela, evitando di annoiare e confondere l’elettorato lodigiano con sterili ed inutili polemiche, in un momento nel quale alla politica è proprio richiesto l’opposto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA