Nervi scoperti per la città metropolitana

Come è noto, è iniziato l’Iter per l’abolizione delle Province e la nascita delle nuove Città Metropolitane. La Provincia di Milano è tra queste. Ed è molto importante decidere ora come muoversi dato che il decreto è ancora in Parlamento e non sono ora rinviabili interventi volti a risolvere finalmente alcuni grandi problemi di tutti i milanesi. Trasporti. Mobilità. Finanziamenti specifici come per Roma Capitale. L’Area Metropolitana Milanese è la zona che produce più PIL in Italia. Ha bisogno di infrastrutture, mercati, norme, finanziamenti specifici rispetto a qualunque altra città metropolitana. Milano non è Bari o Torino.E’ quindi ora il momento per intervenire. E non bisogna temporeggiare né tantomeno dare sponde ad una destra, o a un movimento cinque stelle che nonhanno del tutto compreso di quale portata straordinaria stiamo parlando. Lo hanno capito le imprese, lo hanno capito i commercianti, lo hanno capito i lavoratori e i cittadini che ogni giorno si chiedono «come sia possibile» affrontare le loro esigenze con gli attuali schemi istituzionali. Non si può. Infatti. Dobbiamo andare oltre. Dobbiamo abbattere le barriere ideologiche e della paura. Dobbiamo fondere Milano con L’hinterland. Dobbiamo puntare al 2016 per avere pronta la nuova Città Metropolitana. Con servizi. Strumenti. Risorse. E idee chiare.Il PD governa oggi quasi 2/3 dell’area Metropolitana Milanese. Oltre 2 dei 3mln che la compongono. E’ sul cucuzzolo della montagna del consenso abituato com’è a guardarlo da posizioni non proprio così alpine. E’ necessario però che si renda conto di governare in lungo e in largo l’area più ricca d’Italia e che ne ha in mano le leve che possono cambiarla.Di certo se ne accorgono quotidianamente i Sindaci. Ma per quanto lungimirante possa essere un Sindaco il suo punto di vista non potrà che essere “locale”, lungimirante, ma comunque locale.Bisogna andare oltre. Serve volare più alti. Il PD deve uscire dalla logica politica bipartisan “a tutti i costi”. Soprattutto se questa logica porta, come ha portato spesso, su una strada senza uscite, a prese di posizioni solo formali, a compromessi al ribasso e a pasticci. Quali istituzioni oggi vogliono cambiare? La Provincia? La Regione? Quali forze politiche? Tutte? Ne siamo certi? Come la vogliono? Con legge speciale che la porrebbe in concorrenza con la Regione?Questi sono i nervi scoperti della faccenda che non può continuare a viaggiare sulla direzione del “volemose bene”. No specie con questa destra inaffidabile. E specie con questa responsabilità elettorale che pesa sul PD. Qualcuno potrebbe dire: “ma ci sono i Sindaci in prima linea, non basta?”. Non basta. Dietro questa frase c’è un enorme equivoco. I Sindaci sono insufficienti senza politica.Certo, le riforme devono essere condivise anche con gli “altri”. Ma a patto che siano riforme e non pasticci.Dobbiamo essere il partito riformista e non quello “riformista per dimenticanza”.Sul territorio. In Regione, che certo non può vivere come spettatrice. In Parlamento dove il decreto deve essere cambiato ponendosi come obiettivo principale l’obbligo di legge speciale esattamente come avviene per Roma Capitale.C’è bisogno che la “cinghia di trasmissione milanese” funzioni per evitare che l’unico politico che ha “fatto qualcosa per Milano” in questa Legislatura risulti il ministro Lupi. Perchè è lì che si batte il chiodo.Perchè la strategia bipartisan è un’opportunità, ma se il 17/9 PDL e LEGA in Regione votano contro l’abolizione delle Province, il PD non può pensare di continuare ad attendere rimanendo a ruota.Perchè poi fanno cadere il Governo, la riforma si blocca e va a finire che la colpa è del PD. È chiaro che la destra non vuole il cambiamento. Come è evidente che Regione Lombardia aumenta la sua preoccupazione all’aumentare delle spinte “autonomiste” della Città Metropolitana.Non è più tempo di attendere. E’ una questione di credibilità del rapporto tra gli elettori e la politica.Perchè su questo ci giochiamo la faccia. Nessun governo delle larghe intese, ma a volte la continuità con la destra anche su altri argomenti è stata evidente e incomprensibile. E su Città Metropolitana non posso accettare un centrosinistra che cerca chiaccherati compromessi al ribasso raggiungendo pasticci. Dobbiamo farlo per non perdere il treno delle riforme ma anche pe non bruciarci quel consenso che abbiamo ottenuto dai cittadini.Perchè l’obiettivo deve essere quello di vincere ancora. E lo possiamo fare solo dimostrando coraggio. Se non innoviamo, perdiamo. E questo la destra lo sa.Perchè ultimamente vige a livelli molto più alti la regola “dell’asfaltiamoli”. A me invece basterebbe il “non facciamoci prendere per il naso” evitando compromessi e pasticci.Che poi non sono altro che due delle più gravi malattie da debellare per poterli riasfaltare con stile.

La riflessione del sindaco di San Giuliano, Alessandro Lorenzano, sul futuro dell’area metropolitana milanese

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