Nella cava resti di un’antica fornace

Reperti di una struttura del periodo rinascimentale

Una fornace rinascimentale nella cava. A Maleo è stato rinvenuto, proprio nei terreni del nuovo polo estrattivo, un reperto su cui stanno indagando le archeologhe della Soprintendenza. Nelle profondità del suolo malerino si nasconderebbero infatti alcune interessanti testimonianze del passato. Gli esperti continuano le proprie ricerche, setacciando ogni zolla, ma i lavori alla cava proseguono: il polo estrattivo non è stato bloccato. La curiosa scoperta è avvenuta durante i regolari controlli della Soprintendenza, nel corso della fase di sterramento della cava. «Per il momento è venuta alla luce una fornace - ha spiegato Stefania De Francesco, responsabile della Soprintendenza per la città di Lodi e il Lodigiano -, ma sono ancora in corso le indagini per capire con precisione il periodo a cui risale e valutarne lo stato di conservazione». «Osservando i mattoni, valutando i primi elementi, sembrerebbe una fornace post-medievale, dei primi anni del Rinascimento - ha illustrato la De Francesco -, ma gli archeologi stanno completando il loro lavoro e al momento non è possibile dare informazioni più precise». Antichità della fornace e stato di conservazione sono proprio i due criteri da cui dipende il futuro della cava. «Siamo in una fase di analisi - ha fatto sapere la ditta escavatrice Gallotta - e stiamo seguendo le analisi della Sovrintendenza intervenuta per controlli già previsti, normali, e che ora deve analizzare quanto trovato e il terreno circostante». Asfaltato l’argine che conduce alla nuova cava di Maleo, il polo estrattivo ha iniziato da qualche settimana l’attività di sterramento. Si tratta di un progetto che rientra nel “piano cave” della Provincia di Lodi su delega di Regione Lombardia e per cui il Comune di Maleo ha stipulato con la ditta escavatrice Gallotta un’apposita convenzione, approvata un anno fa in consiglio comunale. Un accordo che prevede una tariffa di escavazione più vantaggiosa rispetto a quella minima regionale, il contenimento degli orari di attività estrattiva a beneficio dei residenti, la riqualificazione immediata delle strade comunali interessate dal traffico generato dalla nuova cava e loro manutenzione, la garanzia pecuniaria per l’impiego di tutti gli accorgimenti tecnico-scientifici necessari a evitare disagi ai residenti e infine l’assunzione della riqualificazione e del mantenimento, per tutta la durata dell’escavazione, di una rotatoria sul territorio comunale. La nuova cava da 1 milione di metri cubi di fatto si affianca a quella in fase di esaurimento della Geroletta (da un milione e 300mila metri cubi).

Sara Gambarini

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