Nel parco di via Fascetti a Lodi, tra il degrado e le siringhe

L’area verde accanto alla stazione appare abbandonata a se stessa, i cancelli non vengono mai chiusi

Bottiglie di birra, lattine, avanzi di sigarette, cartine, filtri e persino una siringa: al parco “Margherita Hack”, in via Fascetti, c’è davvero di tutto. Non c’è pace per l’area verde adiacente alla stazione ferroviaria: già al centro di numerose operazioni delle forze dell’ordine negli scorsi anni, il parco aveva preso una piega diversa grazie agli attivisti di “Riparkiamolo”, che, a partire dalla primavera del 2018, hanno dato vita a varie iniziative, coinvolgendo anche le famiglie e i bambini. Ora, dopo mesi di lockdown e di stop forzato a ogni tipo di attività ricreativa (per non parlare di quelle di gruppo) il parco è tornato nel degrado: ad agosto il cane Kato, dell’unità cinofila dei carabinieri, aveva fiutato qui un sacchetto contenente grammi 10 di marijuana, nascosta sotto un tronco. Nel parco ora si fa uso anche di droghe pesanti: a testimoniarlo una siringa, buttata a terra e poco visibile, a causa dell’erba alta. A meno di un metro di distanza la confezione della medesima siringa, il tutto a pochissima distanza dalle altalene per i bambini, che potrebbero facilmente calpestarla oppure prenderla in mano, ignari della pericolosità dell’oggetto. Il posto d’altronde offre un ottimo riparo per chi vuole bucarsi lontano da occhi indiscreti, soprattutto di notte. L’area verde non chiude mai: eppure ai due ingressi - da viale Pavia e da piazzale Forni - campeggia un grosso cartello che indica gli orari di apertura.

Da ottobre a marzo il parco “Margherita Hack” dovrebbe aprire solamente dalle 8 alle 18 e da aprile a settembre dalle 7 alle 21. I cancelli però non vengono mai chiusi: mancano infatti i guardiani. Nell’oscurità può così facilmente trovare riparo chi non vuole farsi notare dalle forze dell’ordine, oppure chi cerca un posto tranquillo per attività illecite. Se i ragazzi, al mattino presto, passano dal parco per accorciare la strada tra la stazione e la scuola, chi arriva dal sottopassaggio della stazione, dopo il tramonto, evita di attraversare l’area verde, per evitare di incappare in situazioni spiacevoli.

I cestini del parco sono pieni, anzi scoppiano, e gli ingegnosi utenti hanno pensato di attaccare al cestino una cassetta per la frutta, in maniera da depositare lì le bottiglie e le lattine che non ci stanno nell’apposito contenitore. Anche il prato avrebbe bisogno di una manutenzione: l’erba è talmente alta che, camminandoci sopra, arriva ben sopra le caviglie. Un’altalena inoltre è rotta e penzola tristemente da uno solo dei due ganci.

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