NATALITA’ Sempre meno bambini nella Bassa, ora le scuole rischiano di chiudere

Le nascite sono in costante calo e si fa fatica a creare le nuove classi, per i piccoli paesi si pone una questione di sopravvivenza

Se le nascite continueranno a calare, nei paesi della Bassa, i sindaci saranno alle prese, nei prossimi anni, con la chiusura delle scuole. A dirlo sono i numeri anagrafici Istat (elaborati dal giornalista Aldo Papagni): i nati, 572 nel 2018, nel 2021 sono stati solo 521. Codogno, per esempio, che è il Comune più grande, è passato da 110 nati del 2018 a 82 del 2021. Altra situazione drammatica riguarda Livraga che nello stesso periodo è passata da 23 neonati a 11. Meleti ha dei numeri stabili, ma bassissimi di 2 o 3 nuovi nati all’anno.

Anche Ospedaletto e San Fiorano vivono un periodo di denatalizzazione passando rispettivamente da 19 a 16 e da 10 a 7. Santo Stefano, che nel 2018 aveva contato 16 nuovi neonati, nel 2021 ne ha contati 11, mentre Secugnago è passata da 21 a 15 e Senna da 13 a 9. Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, analizza il quadro. «Da noi - dice - gravitano altre realtà come Fombio, San Fiorano, Castelgerundo, San Rocco, è difficile che si eliminino delle classi. Quello della denatalità è un tema nazionale e noi non siamo esenti. Bisogna prenderne atto. L’aspetto economico incide. Noi abbiamo politiche di sostegno alle famiglie, ma è un discorso generazionale». A Fombio, nonostante il calo delle nascite, annota il sindaco Davide Passerini, quest’anno, «il numero dei bambini iscritti alla prima elementare è in controtendenza. Abbiamo 27 bambini, perché vengono anche da fuori. Il nostro Comune, infatti, diversamente dagli altri, ha il servizio di trasporto scolastico gratuito e i buoni pasto della mensa sono a prezzi bassissimi. Le attività extrascolastiche sono gratuite per le famiglie, finanziate da un pool di aziende. Il 22 per cento della partita del bilancio è incentrata sul servizio scolastico. È la nostra priorità. Grazie al buon servizio che offriamo e al fatto che a volte i genitori preferiscono le classi più piccole accogliamo anche bambini da fuori. In programma poi c’è anche la nuova scuola. La consegna dei lavori sarà a giugno 2024».

Alle elementari di Santo Stefano, dice la sindaca Marinella Testolina, «abbiamo i bambini di Castelgerundo che, a sua volta, accoglie i nostri alunni delle medie. Alle elementari abbiamo 5 classi e siamo sopra i 100 alunni».

Il primo cittadino di Senna Silvano Negri si sta battendo fino all’ultimo per mantenere aperta la scuola. «Ci siamo autofinanziati - dice - e così quest’anno riusciamo ad avere la nostra prima elementare con 8 alunni. Se incominciamo a far sparire le classi delle elementari il paese muore. Ci stiamo tenendo stette anche le medie. Grazie alla collaborazione della preside Teresa Negri il Comune finanzia il personale che assiste i bambini durante la mensa e riusciamo a tenere aperta la prima. Abbiamo iniziato quattro anni fa a farlo. I 9 bambini di quella classe ora sono saliti a 13. Bisogna crederci e continuare. Fino a quando sono sindaco io la scuola deve continuare. Mi aggrappo a tutte le possibilità. Per me sarebbe stato più semplice dire alle famiglie: “Il provveditorato non ci dà le risorse, mandate i bambini a Ospedaletto”, invece no. Per avere una classe servirebbero almeno 15 alunni. Una volta c’erano le deroghe, adesso sono sparite. I genitori ci danno una mano, mettono circa 180 euro e noi circa 10mila».

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