Napolitano amareggiato e preoccupato

“Amarezza e preoccupazione”: non nasconde i suoi sentimenti il Capo dello Stato ragionando dell’“evoluzione del quadro politico”, sullo spirare (leggermente anticipato) della XVI legislatura repubblicana nel tradizionale discorso pre-natalizio alle alte cariche dello Stato. Le prospettive rimangono incerte: “Si andrà così al confronto elettorale, mentre il Governo dimissionario provvederà, nell’ambito dei suoi poteri, ad attuazioni dovute di leggi già in vigore. Ma non si pensi di poter nascondere agli elettori tutto quel che è rimasto irrisolto di decisivi nodi politico-istituzionali venuti al pettine più che mai nel corso dell’ultimo anno. Essi si sono presentati in un tale intreccio e groviglio che anche interventi generosamente tentati con il concorso di un governo a termine e dominato da assorbenti emergenze come quello presieduto da Mario Monti, hanno sortito effetti solo iniziali o sono stati neutralizzati nella stretta finale della legislatura”.Di qui un’attenta e puntuale ricognizione della situazione politica, economica, sociale ed istituzionale di un’Italia che non può non essere collocata nel quadro europeo. Oggi si parla molto di “agende”, mentre tutti cominciamo a compilare quelle per l’imminente 2013. Giorgio Napolitano, in un testo di 10 cartelle pieno di raffinati riferimenti politici, ha ripercorso le scelte recenti, confermando che l’esperienza, positiva, del governo “tecnico” o “del presidente”, si esaurisce con l’appello elettorale. Il Presidente ha inoltre confermato di non aspirare ad una riconferma e che continuerà il suo mandato fino alla scadenza del prossimo maggio.A due mesi dalle elezioni, la cui data dovrebbe essere quella del 24 febbraio, poco sappiamo dell’offerta politica che sarà sottoposta al vaglio di cittadini in cui i sentimenti di “amarezza e preoccupazione” sembrano giustamente prevalere. Napolitano ha anche evocato un’altra endiadi: “verità e speranza”; potrebbe essere una chiave persuasiva per la prossima campagna elettorale, che sta iniziando nel tempo di cenoni che si annunciano magri, ma molto tradizionali.Come costruire l’equilibrio tra verità e speranza, come ritrovare il senso delle radici, dell’identità e delle tradizioni, su cui costruire investimento ed innovazione, come articolare in concreto l’equilibrio tra rigore ed equità. Per avere buone risposte bisogna innanzi tutto articolare le domande giuste. Se poi per avere queste risposte basterà questa campagna elettorale invernale, o, dopo le elezioni, servirà un nuovo, incisivo, riassetto del sistema politico, è la questione strutturale che merita quantomeno di essere istruita, per guardare all’attualità con la necessaria prospettiva e così, nonostante tutto, con una ragionevole serenità.

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