MULAZZANO Sparò al ladro: per il negoziante arriva il giorno del giudizio

È stata fissata per la metà di aprile l’udienza preliminare a carico del titolare della rivendita di formaggi Prina

Carlo Catena

È stata fissata per la metà di aprile l’udienza preliminare a carico del titolare della rivendita di formaggi Prina di Mulazzano, imputato di tentato omicidio per aver ferito giusto un anno fa, la sera del 7 marzo 2020, un sabato, il 22enne I.M.A., romeno residente in un campo nomadi di Milano, che assieme a diversi complici aveva sfondato con un’auto rubata la serranda del suo negozio per rubare generi alimentari e registratore di cassa. Il giovane era stato colpito alla schiena da uno dei proiettili sparati dal negoziante, che si era affacciato a una finestra e si era trovato davanti a una banda ben organizzata in azione.

Il ferito era stato abbandonato davanti all’ospedale San Carlo di Milano, sulla via della fuga erano state lasciate almeno due auto rubate e uno dei complici aveva poi provocato un incidente mortale a Milano, vittima un 61enne. Erano giorni in cui tutti parlavano del Covid, sperando che finisse presto, e il negoziante non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni sull’episodio, così come i suoi due legali, e neppure l’avvocato del 22enne romeno, per la legge parte offesa in questo processo, anticipa se il suo assistito chiederà i danni per le lesioni subite. Al negoziante la sera stessa i carabinieri avevano dovuto ritirare la pistola, legittimamente detenuta. Il giovane pregiudicato, che per l’assalto a Prina era stato imputato di rapina pluriaggravata in concorso e ha patteggiato a metà ottobre 3 anni e 8 mesi (4 anni e 4 per l’unico complice identificato, M.F., 34 anni, anche lui nomade), ha fatto ricorso in Cassazione contestando che sia stata una rapina. Anche il complice ha presentato un ricorso identico, ma secondo la Suprema corte è pacifico che non sia stato un furto (la banda avrebbe lanciato sassi contro il negoziante alla finestra) ed è stata solidamente motivata dal gip di Lodi anche l’aggravante dell’azione delittuosa commessa in un luogo di privata dimora (un negozio in orario di chiusura).

Regione Lombardia, attraverso l’assessore alla sicurezza Riccardo De Corato, ha già fatto sapere che se l’accusa a Prina sarà alleggerita in eccesso di legittima difesa, si sarà carico delle spese di difesa fino a 30mila euro, come già avvenuto per l’oste di Casaletto Mario Cattaneo.

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