«Monitorato a casa per ben 84 giorni, così ho vissuto la malattia più sereno»

Un paziente Covid lodigiano racconta in video la sua esperienza superata grazie al supporto della telemedicina Zucchetti

Andrea Bagatta

Più di 80 giorni di esperienza Covid dopo essersi presentato al pronto soccorso di Lodi il 25 marzo, nel pieno dell’epidemia. «Un periodo durissimo, ma vissuto in tranquillità grazie a medici e infermieri, e grazie a Zucchetti». La testimonianza è di Massimo, un paziente Covid lodigiano che ha trasmesso una video-testimonianza della sua esperienza di telemedicina.

«Eravamo in pronto soccorso in una situazione incredibile, un ospedale da campo, per 24 ore sulle sedie d’attesa perché ogni letto era occupato, ogni sala era piena di letti – racconta Massimo nella sua testimonianza -. Attorno a noi c’erano persone che stavano male, altre con la ventilazione assistita. A un certo punto è arrivato il dottor Paglia, primario del pronto soccorso e ci ha detto che aveva la possibilità di agganciare alcuni pazienti con la telemedicina, a patto che potessimo gestire le informazioni e che non rischiassimo di tornare da lì a poche ore per essere intubati. Io mi sono fatto subito avanti, e dopo aver valutato le mie condizioni, sono stato mandato a casa e ho iniziato questo periodo di sorveglianza da remoto. Avevo molta paura di restare ricoverato, da solo, senza possibilità di vedere i miei cari o di parlarci, magari per un’ultima volta».

Invece la malattia è stata gestita a casa, per 84 lunghissimi giorni. «All’inizio venivo contattato quattro o cinque volte al giorno – spiega Massimo -. La sensazione era che qualunque cosa capitasse, ci fosse qualcuno dall’altra parte che lo sapesse, e quindi ero molto tranquillo. La malattia si può vivere con molta più tranquillità in questo modo».

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