«Mi ha salvato la vita, il Comune dia un premio al dottor Lozzi»

Codogno, i coniugi Barcellesi: «Sempre vicino a noi e ai malati durante la pandemia»

Un riconoscimento pubblico per il dottor Andrea Lozzi. Lo hanno chiesto ieri mattina i coniugi Barcellesi al sindaco Francesco Passerini, un moto del cuore nei confronti del medico che durante i mesi terribili della pandemia è stato a fianco de malati Covid visitandoli a casa, seguendoli passo passo che fossero suoi pazienti oppure no. Perché per tutti il dottor Lozzi c’è sempre stato. Come nel caso di Gaetana Bruschi in Barcellesi, 70 anni, colpita dal virus a inizio marzo e “soccorsa” dal medico, conoscente del marito. «Avevo la tosse e il mio medico di base mi aveva dato uno sciroppo, ma non passava – raccontava ieri la donna nell’anticamera del sindaco in Comune -. Così mi ha detto di chiamare il 1500 e il 112 ma dal centralino mi chiedevano se avevo la febbre e problemi respiratori, e quando dicevo di no mi rispondevano che non potevano venire a prendermi». I pronto soccorso erano al collasso, e vedendo le immagini in tv, Gaetana per la verità di essere ricoverata non aveva alcuna voglia. Ma la tosse persisteva e con essa la paura che la situazione potesse aggravarsi. In quei giorni si moriva con drammatica frequenza. E la paura correva nelle case. Anche in quella dei Barcellesi, che non sottovalutando i sintomi, a un certo punto decidono di contattare Lozzi. «Abbiamo lasciato un messaggio alla segreteria del suo studio e dopo mezz’ora ci ha richiamati ed è venuto a visitarmi riscontrando subito un focolaio di polmonite – ricorda la 70enne -. Due giorni dopo ho fatto la lastra al centro radiologico e ho avuto la conferma che il dottor Lozzi aveva azzeccato la diagnosi». Così da quel momento il medico è diventato una presenza famigliare a casa dei pensionati. «Veniva a visitarmi un giorno sì e un giorno no e la sua vicinanza mi ha tranquillizzata», riflette la donna. Che si ferma per trattenere la commozione e aggiunge: «Devo dire che mi ha salvato la vita». Una gratitudine sincera, la riconoscenza stampata sul volto di chi ha toccato con mano l’essere “fragile”, e in questo stare al bordo del “precipizio” ha trovato il sostegno del medico. Come lei decine di codognini con cui la coppia ha condiviso lo stesso pensiero di un “grazie collettivo”. Ed è anche a nome loro che ieri la donna e il marito hanno perorato al sindaco una causa che è della città di Codogno.

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