MERLINO Due cipressi per ricordare le vittime del Covid

Alberto Ardemagni e Michele Moro erano figure molto amate dalla comunità

Sono stati messi a dimora due cipressi, che cresceranno nel parco del santuario di San Giovanni del Calandrone per ricordare Alberto Ardemagni, storico titolare dell’omonima macelleria e Michele Moro, fondatore dell’azienda Promet, ma anche chi come loro è stato vittima del Covid-19. L’iniziativa, voluta dai familiari e condivisa con la parrocchia e il Comune di Merlino, si è concretizzata nei giorni scorsi. L’improvvisa scomparsa di due figure locali importanti e amate aveva scosso la comunità. Ardemagni, punto di riferimento del piccolo centro con la sua macelleria, era stato colpito dalla prima ondata del virus. «Per me la posa del cipresso è un modo per dire che ci siamo anche noi – si commuove la moglie Anna Pezzini -. Io e mio marito ci siamo ammalati a marzo, ci siamo curati a casa, poi il 27 marzo mio marito è andato in ospedale e 4 giorni dopo è morto». Alberto aveva 76 anni e fino a quel momento non aveva mai avuto problemi.

Allo stesso modo, l’infezione ha spento a 82 anni anche Michele Moro, titolare della Promet, che aveva fondato partendo dalla lavorazione del plexiglass e delle materie plastiche, trasformandola in una realtà a livello internazionale.

Per Michele Moro e Alberto Ardemagni sono stati piantumati due piccoli cipressi, che rappresentano l’anima che si avvia verso il regno celeste, come emblema della vita eterna dopo la morte.

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