MELEGNANO Se i mesi in Afghanistan, parla il generale-assessore: «Il Paese è tornato indi etro 20 anni»

Fra il 2011 e il 2012 Giacinto Parrotta era a Herat come comandante del Gruppo Provinciale di Ricostruzione

«Nella provincia di Herat abbiamo costruito ospedali, scuole e aeroporti, ma adesso l’Afghanistan è tornato indietro di un ventennio». Non nascondendo una profonda amarezza, il 60enne generale in congedo Giacinto Parrotta racconta così quanto sta avvenendo in terra afghana, dove tra l’autunno 2011 e la primavera 2012 l’attuale assessore di Melegnano ha trascorso sei mesi alla guida del terzo reggimento bersaglieri. «In Afghanistan ero già stato una prima volta nel 2005, la nostra è stata una missione di pace sotto l’egida della Nato, dovevamo avviare la ricostruzione di quelle terre devastate dalla guerra - sono le sue parole -: in soli sei mesi abbiamo realizzato il terminal dell’aeroporto, una quindicina di scuole e una decina di poliambulatori, ma abbiamo anche reso finalmente vivibile il carcere femminile di Herat».

È proprio questo l’intervento di cui va forse più orgoglioso il generale Parrotta, che dal 2017 a Melegnano è assessore a sicurezza, polizia locale, commercio e Protezione civile. «In tal modo abbiamo restituito dignità alle donne e ai loro figlioletti - ricorda ancora il generale-assessore, che dal 2011 abita con la famiglia a Melegnano -: oltre alle circa 150 detenute, nel carcere vivevano un’ottantina di bambini, che per nessuna ragione al mondo si sarebbero separati dalle loro mamme». Durante l’esperienza in terra afghana, non sono mancati neppure i momenti drammatici, ben vivi nella memoria di Parrotta. «Nel corso di un viaggio attorno a Herat, una mina ha distrutto il nostro carro sulla parte frontale, senza che per fortuna siano stati registrati feriti - sono ancora le sue parole -. Per il resto, comunque, la nostra esperienza in Afghanistan è stata caratterizzata da un rapporto di profonda umanità con la popolazione locale: per rendersene conto bastava guardare i bimbi di Herat felici tra le braccia dei nostri bersaglieri, mentre tutt’intorno i loro genitori seguivano l’intera scena con il sorriso sulle labbra. Non è un caso che, pochi giorni prima del rientro in Italia, le autorità locali mi abbiano insignito di una prestigiosa medaglia d’oro, alla quale sono tuttora particolarmente legato».

Una volta appesa la divisa al chiodo, sono arrivati gli incarichi istituzionali nella realtà di Melegnano, che da ormai quattro anni lo vedono giocare un ruolo di primo piano in ambito amministrativo. Da allora è trascorso quasi una decennio, ma quanto sta avvenendo in terra afghana ha riportato in primo piano un’esperienza tanto significativa della sua esistenza. «Proprio grazie alle missioni di pace, negli anni è stato possibile riportare una certa tranquillità in Afghanistan, anch’io non posso che esprimere una profonda amarezza per quanto sta accadendo in questi giorni - ribadisce in conclusione -. Adesso l’auspicio è naturalmente che le violenze cessino quanto prima e i giovani facciano tesoro dell’esperienza dei 20 anni di stabilità garantita dalle forze della Nato per migliorare finalmente le condizioni del Paese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA