Melegnano, il piccolo Enrico nasce tra le mura di casa

Fiocco azzurro con un parto «pianificato nei minimi dettagli»

«Anche i dipendenti comunali sono rimasti stupiti, erano dieci anni che un bimbo non nasceva in casa a Melegnano, nell’ultimo mezzo secolo sono stati solo otto». Il papà Angelo Bertolone e la mamma Anna Montagna raccontano così l’evento per certi versi eccezionale vissuto nella giornata di venerdì, quando il secondogenito Enrico è venuto alla luce nella loro casa in zona Giardino nella periferia sud della città. «Non è stata una nascita improvvisata, è stato tutto pianificato sin nei minimi dettagli - hanno affermato ancora emozionati i genitori nella tarda mattinata di ieri -: volevamo che venisse alla luce in un’ambiente intimo e familiare proprio a Melegnano, la città dove ci sono le nostre radici e destinata a giocare un ruolo di primo piano anche per il piccolo Enrico». Dopo la chiusura alla fine degli anni Sessanta di quello cittadino in viale Predabissi, dove attualmente si trova l’istituto di istruzione superiore Benini, la massima parte dei bambini nasce all’ospedale di Vizzolo e negli altri centri del territorio: quello andato in scena in questi giorni è stato un evento a dir poco singolare, come hanno confermato gli stessi dipendenti comunali dell’ufficio anagrafe, secondo i quali negli ultimi 52 anni sono stati solo otto i bimbi nati a Melegnano. «Dopo essere stati seguiti per l’intera gravidanza con straordinaria professionalità dal consultorio di Melegnano, ci siamo rivolti ad un’associazione attiva nel settore affinchè il tutto avvenisse in assoluta sicurezza senza alcun tipo di rischio - continuano mamma e papà, già genitori della piccola Beatrice di quasi tre anni -. Avvenuto nella mattinata di venerdì, le varie fasi del parto sono state seguite da due ostetriche con grande scrupolo e attenzione». Tra i primi ad abbracciare la mamma Anna e il piccolo Enrico, c’era proprio la sorellina Beatrice, naturalmente entusiasta alla vista del fratellino. «Al momento di registrarne la nascita in municipio - conclude papà Angelo non senza un pizzico d’orgoglio -, anche i dipendenti comunali sono rimasti disorientati, il nostro Enrico è insomma un meregnanin purosangue».

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