Medici in pensione e sostituti, un valzer di sanitari che spaventa Melegnano

Dal primo ottobre va in pensione anche il dottor Rottoli, è il quinto in soli due anni

Con il quinto medico di famiglia andato in pensione in neppure due anni, è ancora caos per i camici bianchi a Melegnano, dove cambia già l’incaricato temporaneo che solo tre mesi fa ha preso il posto del dottor Giuseppe Bellinzoni. Il nuovo caso è scoppiato in questi giorni quando, con tanto di avviso affisso davanti all’ambulatorio in via Castellini, il dottor Enrico Rottoli ha annunciato il proprio pensionamento a partire dall’1 ottobre. «In questi giorni sto prendendo accordi in modo che il dottore destinato a sostituirmi riceva ancora nello studio in via Castellini 97 per rendere così meno difficoltoso il passaggio al nuovo medico - scrive nella comunicazione il dottor Rottoli, tra i medici storici di Melegnano, dove è presente da oltre 40 anni -. Naturalmente il nuovo medico avrà orari, modalità di accesso e prenotazioni differenti dai miei e occorrerà dunque riabituarsi: ringrazio per la fiducia che mi è stata accordata in tanti anni, per alcuni quasi 42, e auguro a tutti buona fortuna». Ieri i responsabili dell’Ats Città metropolitana hanno assicurato l’arrivo di un incaricato temporaneo per sostituire il dottor Rottoli, ma la notizia del pensionamento non ha mancato di preoccupare i 1.500 pazienti di Melegnano, dove dall’inizio del 2019 sono ben cinque i medici che hanno appeso il camice al chiodo. Sempre in questi giorni è arrivata la notizia che, a soli tre mesi dall’arrivo in città per sostituire il dottor Bellinzoni, l’incaricata temporanea Miriana Di Somma lascerà la realtà locale: da venerdì a prenderne il posto sarà la dottoressa Chiara Di Silvio, che riceverà i pazienti nell’ambulatorio in via Castellini 97 previa prenotazione telefonica al 375/6302830 dalle 9 alle 10. Anche in questo caso la notizia ha disorientato non poco gli ormai ex assistiti della dottoressa Di Somma, secondo i quali il continuo valzer di dottori rende impossibile quel rapporto di fiducia e collaborazione che deve invece sussistere tra un paziente e il proprio medico di famiglia. Il tutto è aggravato dalla cronica carenza di camici bianchi, che rende impossibile la scelta dei medici titolari, i cui concorsi negli ultimi anni sono andati puntualmente a vuoto: senza dimenticare infine il caso limite del quartiere Borgo, dove da ormai tre mesi è assente un dottore di famiglia

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