Medici e infermieri aggrediti da pazienti “esasperati” dalle attese: al Predabissi devono arrivare i carabinieri

È successo tre volte in pochi giorni: alcuni si sono già scordati degli “eroi”

Nessun caso covid da un mese e mezzo, in pronto soccorso, a Vizzolo. Dal primo giugno, è tornata la normalità. E con la normalità anche dai 20 ai 70 codici minori al giorno, con un conseguente prolungarsi dei tempi d’attesa, che possono andare dai 15 minuti alle 8 ore. In pochi giorni, sono già arrivati i carabinieri, 3 volte. A causa di pazienti che hanno protestato e insultato verbalmente medici e infermieri per i tempi d’attesa. Ieri una dottoressa, invece, è stata strattonata ad un braccio. Altro che angeli ed eroi, gli operatori sono già tornati «gli scansafatiche che stanno al di là del bancone, a fumare e chiacchierare senza far niente, mentre i malati fuori aspettano». Questo, ovviamente, agli occhi dei pazienti e soprattutto dei loro parenti. «Sono ripresi gli accessi normali di un pronto soccorso come il nostro - spiega il primario Davide Eusebio -. I casi di insofferenza capitano. La direzione è molto attenta, ha fatto anche dei corsi per il personale, per insegnare agli operatori a non reagire e a non alimentare i conflitti. Non ne farei un dramma. Gli accessi sono tornati quelli di prima, un centinaio al giorno. Ogni anno, infatti, abbiamo 50mila pazienti».

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