Maleo, camposanto invaso dai piccioni

La situazione è «insostenibile», ma i tentativi del Comune di eliminare i volatili sono stati bocciati:

«Non sussiste un reale problema di igiene sanitaria»

Il cimitero di Maleo è invaso dai piccioni. Ma mentre i pennuti svolazzano ad altezza d’uomo per tutto il camposanto, perdendo piume e sporcando, al Comune sono state subito tarpate le ali.

Tre infatti sono i tentativi che l’amministrazione comunale ha già fatto per chiedere ad Asl l’autorizzazione ad eliminare i piccioni. «Tuttavia per le autorità competenti non sussiste un reale problema di igiene sanitaria - ha spiegato l’assessore alla partita Francesco Bergamaschi -, ma di fatto, come accade ormai da diversi anni, il nostro cimitero a Maleo è costantemente invaso dai piccioni».

A denunciare la situazione «insostenibile» sono stati gli stessi cittadini, in visita ai loro cari presso il camposanto. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) sono pochi - ha raccontato un’anziana, giunta al cimitero in sella alla sua bici -, la scorsa settimana erano molti di più».

«Svolazzano e sporcano, lungo i vialetti e sulle tombe - le ha fatto eco un’altra malerina -, non se ne può più: gli spuntoni sui tetti delle cappelle ci sono in buona parte, ma sembra che abbiano poco effetto». Soltanto ieri erano circa 50 i piccioni accovacciati sui cornicioni delle cappelle gentilizie, ma anche a spasso per i vialetti o intenti a volare accanto alle teste delle persone. Il problema dei piccioni in realtà, a Maleo non riguarda solo il camposanto.

Anche l’arco Trecchi infatti è spesso invaso dagli stessi pennuti, per non parlare della chiesa parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio, dove due anni fa il prevosto don Enzo Raimondi ha fatto implementare un sistema di scariche elettrice sul tetto, dopo la scoperta di ben 200 volatili “affittuari” del sottotetto della canonica e responsabili del deterioramento architettonico. «Allontanarli è difficile, ma eliminarli non è consentito dalla legge regionale: - ha spiegato l’assessore Bergamaschi - sistemi ad ultrasuoni o a scariche elettriche sono nel tempo risultati inefficaci in molti posti; bisognerebbe pertanto eliminare i piccioni come si fa con le nutrie».

Servirebbe dunque sparare, come accaduto a Livraga nell’ambito del Piano di contenimento dei piccioni. A chiedere l’intervento della polizia provinciale erano stati gli allevatori della zona, costretti a fare i conti con almeno 500 esemplari di questi volatili, che creavano danni sia alle colture che agli allevamenti, oltre a generare problemi igienici.

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