MACCASTORNA Guardiacaccia minacciato dagli spacciatori con un machete

Il 67enne Lino Frigoli non è intimorito: «Ma ormai è diventato un supermercato della droga»

Lo spacciatore si è fatto scorrere la mano sotto il collo, come si vede nei film, guardando dritto in faccia Lino Frigoli, guardiacaccia di Maccastorna. Messaggio: “ti taglio la gola”. E a renderlo più esplicito ci ha pensato il complice, mostrandogli «un machete o un tubo di ferro, non ho visto bene». Venerdì pomeriggio Frigoli stava facendo il suo solito giro in “riserva” a Maccastorna quando «ho visto due spacciatori nascosti dove c’è il laghetto – racconta -. Lunedì erano sul ponte dell’Adda e ho chiamato il 112, «l’acqua è alta, non possono scappare», e uno l’hanno preso. Venerdì erano nascosti dietro le piante e mentre mi avvicinavo uno mi è venuto incontro e mi ha fatto segno di fermarmi perché se no mi tagliava la gola. Ero a piedi, non avevo il fucile, e l’altro mi ha fatto vedere un machete, non so bene, un tubo di ferro. Da distanza non si capiva».

Disarmato e in minoranza numerica, il guardiacaccia non ha potuto far altro che tornare indietro, ma giura che «la prossima volta torno con la jeep e i pastori tedeschi, tanto lo so che sono lì, e vedi come si arrampicano sugli alberi quando vedono i cani». Sessantasette anni, una vita in mezzo ai cacciatori, Lino dice che «no, non ha paura». Ma è arrabbiato, quello sì, perché «fino a tre quattro anni fa non si vedeva nessuno», adesso invece «è un supermercato» spiega: «Non sono il primo che minacciano, i bambini non possono più andare alla spiaggia, ormai comandano loro». I pusher. Tra il ponte e il boschetto è un continuo viavai di consumatori, arrivano in macchina, prendono la “roba” e ripartono. Il tutto sotto lo sguardo vigile di un palo «che sull’argine guarda se arrivano i carabinieri». L’unico deterrente allo spadroneggiare degli spacciatori.

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