LODI VECCHIO Palazzo Bignami-Rho cade a pezzi: «Che peccato vederlo morire così»

L’edificio nobiliare, che risale al Settecento è da tempo in stato di abbandono

Il muro esterno, in uno degli angoli della struttura, è così eroso dall’usura del tempo, che sembra essere stato colpito da qualcosa. L’intonaco non c’è più e si vedono i mattoni rossi che un tempo erano nascosti, come si vede addirittura una delle tubature interne. Basta un’occhiata oltre la rete di recinzione rossa di cantiere e le transenne, per cogliere una distesa di pezzi di struttura, probabilmente crollati al suolo per l’agire del tempo e degli agenti atmosferici.

Lentamente muore Palazzo Bignami-Rho di Lodi Vecchio, storico edificio nobiliare che si affaccia su via Papa Giovanni XXIII, nei pressi dell’ex Conventino e del polo della cultura di Corte Bassa, con gli scavi archeologici e il Museo Civico Laus Pompeia. Proprietà privata, che affonda le sue origini, secondo quanto è stato possibile ricostruire, alla fine del Settecento, l’edificio è da anni completamente in disuso. «È caratterizzato da una struttura tipica dei palazzi nobiliari del tempo, al suo interno conserva ancora degli elementi di pregio, come lo scalone elicoidale, la cui la ringhiera in ferro pregiato, secondo gli elementi raccolti nelle cronache del tempo, fu sostituita nel requisita nel periodo del fascismo per finanziare le necessità belliche, o ancora i soffitti a cassettoni e alcuni affreschi, come quello dedicato all’Aurora - spiega l’architetto e storico locale Pierpaolo Zanaboni - : è chiaro che è un peccato vederlo in quelle condizioni. Per lungo tempo, e fino a un passato recente, è stato anche abitato da diverse famiglie di Lodi Vecchio, che erano in affitto. E in passato era stato anche al centro di ipotesi di riuso, mai però andate in porto». Come quella di renderlo municipio, con un’acquisizione del bene da parte del Comune ipotizzata negli anni Settanta, mai concretizzata. Difficile nel tempo anche il rapporto tra il municipio e la proprietà, per i contenziosi nati sul capitolo tassazione, con il Comune costretto a rivolgersi in più occasioni alla commissione tributaria per incassare.

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