LODI Un motociclista morì contro la sua auto, 41enne assolto

Secondo il tribunale il centauro andava troppo veloce: il fatto non costituisce reato

Una sentenza che i familiari e gli amici di Manlio Zambon fanno sicuramente fatica a condividere, ma che ha inquadrato la vicenda nell’impossibilità da parte dell’automobilista di accorgersi per tempo che stava per tagliare la strada a una moto in arrivo. Ieri il tribunale di Lodi, facendo seguito alla richiesta del pubblico ministero, ha assolto “per mancanza di prove” e “perché il fatto non costituisce reato”un 41enne di Pieve Emanuele, M.F., dall'accusa di “omicidio colposo in conseguenza di violazione di norme stradali”.

Nel pomeriggio del 5 settembre 2019 l’imputato, proveniente da viale Milano alla guida della sua Fiat Punto, stava svoltando a sinistra per rientrare nell’azienda per cui lavora, a fianco del tratto iniziale della provinciale, dopo essere andato a comperare una pizza da dividere con i colleghi. Improvvisamente Zambon, 46 anni, originario di Montanaso e residente da poco a Corte Palasio, due volte padre, era arrivato da Montanaso in sella a una moto Yamaha R6, intestata a un familiare, e aveva colpito con violenza la sezione posteriore della fiancata sinistra dell’auto, ricadendo esanime sull’asfalto. L’automobilista era stato sanzionato dalla polizia locale del Comune di Lodi per non aver dato la precedenza alla moto, dato che nella svolta aveva dovuto impegnare la corsia opposta, e il giudice di pace aveva confermato la sanzione.

In tribunale però i difensori Cristina Cantagallo e Monica Fiorentini, hanno presentato una perizia cinematica secondo la quale la moto, quando il suo conducente si era reso conto che c’era un’auto che gli stava tagliando la strada, stava viaggiando ad almeno 83 chilometri orari, mentre in quel tratto il limite di velocità scende a 50 all’ora.

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