LODI Uggetti alla festa dell’Unità: «No a una politica “giustizialista”»

L’ex sindaco ha ripercorso la sua vicenda che si è conclusa con l’assoluzione

Croci e delizie del mestiere di sindaco. Questo il tema dell’incontro organizzato lunedì sera alla Festa dell’Unità del Lodigiano e moderato dalla giornalista del Corriere della Sera Arianna Ravelli con l’ex primo cittadino Simone Uggetti e i colleghi in carica Giorgio Gori (Bergamo), Stefania Bonaldi (Crema), Mattia Palazzi (Mantova) e Federico Pizzarotti (Parma). Ad aprire la serata, in uno Spazio Dibattiti piuttosto affollato, è stato Uggetti, che ha richiamato la sua vicenda: «Non ci può essere una politica positiva che gode dell’intercettazione, dell’avviso di garanzia o dell’arresto di un avversario. Anche il centrosinistra deve fare una riflessione, perché ha veicolato una battaglia politica di tipo giudiziario con sfumature giustizialiste: Berlusconi è stato un premier mediocre, che avremmo dovuto battere sulla politica». Molto applaudito dal pubblico un suo passaggio sull’amministrazione cittadina (nella serata però non ha confermato né smentito un suo eventuale ritorno in politica come candidato sindaco), che ha fortemente criticato: «La Lega è stata responsabile del caso mense, e sta portando avanti un’amministrazione nella quale l’asfaltatura sembra rivoluzione, mentre la Ferrabini è ancora chiusa e con l’Università si è persa un’occasione. In questa città mi sono sentito protetto, coccolato e cullato. Mi piacerebbe vederla alla riscossa».

Pizzarotti ha invece parlato delle indagini, che, pensava 10 anni fa, «non mi avrebbero mai toccato se fossi stato onesto, ma l’esperienza mi ha insegnato che non basta. La magistratura dovrebbe garantire, e una riforma per tornare ad avere delle regole uguali per tutti potrebbe portare fiducia nella classe politica e nuove candidature».

L’intervento di Bonaldi si è concentrato anche sulla bellezza di essere sindaco: «Da amministratrice ho colto i miei concittadini e le mie concittadine in molte più sfumature. Dello status di sindaco si parla però poco. Le responsabilità sono molte e, per esempio, la nostra assicurazione e le spese legali in caso di procedimenti la dobbiamo pagare noi. Manca un corollario legislativo, e molte persone normali e con un mestiere si tirano indietro di fronte a una candidatura». Di responsabilità ha parlato anche Gori, invitando a «non caricare di eccessive responsabilità i dirigenti» e «non fare i martiri, il nostro mestiere va raccontato nella sua interezza. Mi piacerebbe però che il Pd, partendo dalle storie dei sindaci messi alla berlina e poi assolti, trovasse la forza di richiamare il garantismo».

Infine, Palazzi ha ricordato come «questa barbarie culturale di cui siamo in buona parte responsabili ha prodotto una violenza, mediatica e a livello politico. Penso che il partito debba poi riprendere il discorso sulle riforme costituzionali».

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