LODI Tornano in libertà i ladri di rame all’ex Polenghi, ma chi li ha mandati ?

I due albanesi fanno parte di una banda specializzata nelle razzie di metallo

Carlo Catena

Anche se il bottino che avevano già accatastato, lastre e tubi di acciaio inox e rame, avrebbe potuto essere rivenduto con un guadagno stimato in almeno 50mila euro, giovedì pomeriggio sono usciti liberi dal tribunale di Lodi i due albanesi di 32 e 34 anni. B.L. e A.C., arrestati in flagranza di reato dai carabinieri del Radiomobile di Lodi per tentato furto aggravato nel pomeriggio di mercoledì all’interno di uno dei capannoni attualmente dismessi dell’ex Polenghi di San Grato, al confine tra Lodi e Montanaso, lungo la via Emilia.

Dato che la struttura, rilevata dalla società Centrale del Latte d’Italia Spa del gruppo Mastrolia, è una di quelle ancora formalmente inutilizzata, e quindi senza la presenza di persone, la Procura non ha potuto contestare la più grave ipotesi di reato del 624 bis, che colpisce chi ruba in abitazioni o in aziende in funzione. I due risultano formalmente incensurati, anche se l’unico regolare in Italia era già stato denunciato per un furto due mesi fa in provincia di Piacenza, e hanno chiamato a difenderli un avvocato di fiducia di Milano. Entrambi hanno risposto ad alcune delle domande del Pm Mario Bonizzoni ma hanno detto di non sapere di chi fosse l’auto con la quale avevano raggiunto il perimetro dell’ex Polenghi, per entrare quindi nel capannone da un varco nella recinzione e cominciare a fare a pezzi quanto rimane dei vecchi impianti Polenghi.

Lo scenario investigativo appare quello di due “manovali” di un gruppo di ladri di metalli articolato e organizzato, che sceglie gli obiettivi e sa dove ricettare i materiali, diventati più preziosi in questi mesi di ripresa economica post covid.

Il giudice ha imposto l’obbligo di firma presso i carabinieri di Lodi tre giorni la settimana, l’udienza per determinare la pena è stata rinviata a metà dicembre.

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