Lodi, droga nei giardini Barbarossa: scattano dodici misure cautelari - ECCO IL VIDEO DELLO SPACCIO

Molti dei clienti erano studenti delle scuole superiori

Dodici giovani uomini africani si sono visti notificare in queste ore le misure cautelari spiccate dal gip di Lodi per spaccio di stupefacenti, al termine delle indagini della questura di Lodi che hanno documentato come la vendita di hascisc e marijuana si fosse in parte spostata dal parco di via Fascetti, finito nel mirino di controlli pressanti, ai più centrali “giardini Barbarossa” di viale Quattro Novembre.

Le indagini della polizia erano partite a gennaio, quando diversi cittadini si erano rivolti alla polizia per segnalare episodi sospetti e presenze minacciose nei giardini pubblici e anche nei pressi degli ingressi dei sottopassi pedonali della ferrovia. La squadra mobile della questura si è avvalsa anche della collaborazione della polizia locale del Comune di Lodi e, utilizzando anche le telecamere, oltre ai servizi tradizionali di osservazione, pedinamento e controllo, sono stati documentati decine di episodi di spaccio, soprattutto a studenti, anche minorenni, che a volte facevano la didattica a distanza a scuola ma la droga dovevano andare ad acquistarla in presenza. Decine i giovani lodigiani segnalati alla Prefettura come “assuntori di stupefacenti”, con conseguente percorso di recupero e verifica al Serd e sospensione della patente.

La droga veniva nascosta nei montanti delle pensiline dei porta biciclette ma anche, nei giardini del Passeggio, all’interno dei tassi, le caratteristiche piante con la grande chioma a forma di tenda. Secondo quanto emerso dall’indagine alcuni degli stranieri indagati usavano appositamente questi alberi anche come vespasiani per dissuadere con il cattivo odore i passanti dall’avvicinarsi troppo, con il rischio di scoprire i nascondigli della droga tra i rami.

Per le indagini, i dodici agivano in piena collaborazione tra loro, scambiandosi gli stupefacenti, i clienti e il denaro provento di spaccio. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati a più riprese oltre 400 grammi tra hascisc e marijuana.

Gli indagati sono tutti richiedenti asilo, provenienti da Nigeria e Somalia, che si erano visti respingere la richiesta di rimanere in Italia presentata per asseriti motivi umanitari, ma sono rimasti in Italia in pendenza dei ricorsi che hanno presentato, fino a quando arriverà la sentenza amministrativa definitiva.

Valutate le richieste della Procura, il gip ha imposto a tutti l’obbligo periodico di firma presso la questura, dato che gli immigrati denunciati non risultano avere precedenti penali.

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