LODI Scuole verso la riapertura, parla l’assessore: «La nostra priorità sono i bambini»

Giusy Molinari fa il punto della situazione, le criticità riguardano i trasporti e gli spazi del Cazzulani

Affrontare una partita con la consapevolezza che le regole del gioco potrebbero cambiare da un momento all’altro. Con il rischio di doversi quindi di nuovo sedere al tavolo, per rimescolare le “carte” e trovare di nuovo la strada per vincere. Perché gli effetti di quella partita toccano i bambini «e sono la nostra priorità». Parola di Giusy Molinari, assessore all’istruzione del Comune di Lodi, con cui parliamo a tutto tondo della scuola e del tanto atteso ritorno in classe, tra incognite, criticità e servizi da ripensare.

Assessore, a che punto siamo sul fronte del ritorno a scuola?

«Intanto abbiamo delle certezze, ovvero che il giorno 7 settembre torneranno a scuola i bambini della scuola dell’infanzia e il 14 ripartiranno le lezioni per tutti gli altri, come sappiamo che viene garantito dai dirigenti il normale orario scolastico, con la primaria a 40 ore in tutte le scuole. E questa garanzia ci ha permesso, come Comune, di pubblicare i moduli di iscrizione dei servizi scolastici, dal pre e post scuola al trasporto. Anche se da quel momento, ad oggi, qualcosa già è cambiato, per esempio sul trasporto scuolabus».

Con che conseguenze?

«Fino ai primi di agosto era consentito poter imbarcare sui mezzi lo stesso numero di ragazzi dell’anno precedente, oggi invece è previsto l’obbligo di assicurare il distanziamento di almeno un metro, con la possibilità di imbarcare a capienza piena solo per un tempo massimo di 15 minuti. Se le norme dovessero rimanere invariate, significa che il numero di bambini a cui è possibile garantire il servizio si riduce. Anche ripensare i percorsi, raddoppiando le corse, è una strada problematica; con gli ingressi scaglionati e la necessità di arrivare davanti al plesso ad una determinata ora, diventa difficile incastrare il tutto».

Alcuni Comuni hanno già annunciato che, per il momento, non riescono a garantire il pre e il post scuola. Come ripartirà a Lodi il 21 settembre?

«I contatti con gli amministratori degli altri Comuni sono costanti e lunedì prossimo è fissato un confronto con Anci su tutti questi temi. Le attività del pre e post scuola vengono distinte dall’attività didattica e opereremo organizzando i bambini in gruppi ridotti e stabili nel tempo, in cui per forza di cose confluiranno alunni di più classi, come avviene peraltro se i bambini si incontrano al parco o nell’attività sportiva. Viene considerata attività integrativa e accessoria e il numero di ore di frequenza è ridotto rispetto alle lezioni. Si tratta di assumersi la responsabilità di far partire un servizio che per molte famiglie è essenziale: a settembre molti torneranno al lavoro senza possibilità di fare smartworking e non tutti hanno una rete familiare. E nella consapevolezza che, dovesse capitare un caso di positività all’interno del post scuola, questo comporterà ovviamente la sospensione del servizio per tutto il gruppo. Nonostante tutte le difficoltà, noi crediamo sia giusto garantire il servizio e ci siamo fatti carico anche di garantire il pre scuola, che prima era assicurato della scuole».

Ci sono ancora criticità per il capitolo “spazi”?

«La partita non è una mia competenza diretta, ma dell’assessore ai lavori pubblici Claudia Rizzi, ma dato che si tende sempre a sottolineare ciò che non funziona, vorrei rimarcare che i fondi Pon dedicati agli adeguamenti (230mila euro per il Comune di Lodi ndr) sono arrivati a fine luglio ed è stato approntato un piano straordinario di adeguamenti e manutenzioni in pochissimo tempo. Qualche difficoltà c’è ancora in tema di spazi solo al Cazzulani, ma si sta facendo di tutto per risolverle».

Come cambierà il servizio mensa?

«In molti plessi, gli spazi mensa sono stati riconvertiti per ricavare nuove aule e si mangerà in classe con interventi di sanificazione speciali pre e post pasto. I bambini saranno invitati a uscire per gli allestimenti del banco per qualche momento. I cambiamenti ci sono, ma sono certa che i bambini hanno le risorse per affrontarli con serenità e naturalezza. E anche i costi sono da rivedere al rialzo, basti pensare alle necessità di dire addio alla ceramica e alle stoviglie non usa e getta, ma saranno tutti a carico del Comune, perché nessuna tariffa è stata ritoccata per le famiglie».

I genitori la contattano in cerca di rassicurazioni sulla scuola ai tempi del Covid?

«È un momento complesso per tutti, per le famiglie, per i dirigenti alle prese con un gravoso lavoro di riorganizzazione, per noi amministratori. Non aiuta aver ricevuto forse tardi le indicazioni, pur comprendendo le difficoltà, anche generate dall’evolversi costante della situazione sanitaria. E nelle ultime settimane sono aumentate le richieste dei genitori. La priorità per noi è rimettere al centro i bambini, perché forse hanno risentito più di altri del lockdown. Ed è giusto che si faccia il massimo per farli tornare a vivere il loro quotidiano. Poi è ovvio che si pensa all’ipotesi che possano verificarsi dei casi di positività in classe, anche se tutti ci auguriamo non accada. L’invito che posso fare ai genitori è mantenere la calma, fidarsi e affidarsi perché stiamo cercando di fare il meglio il possibile per i bambini. E un altro invito è alla comprensione, perché è possibile che ci sia qualche disguido nei primi giorni, considerate le difficoltà oggettive del momento».

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