Lodi, Santa Chiara, vince l’amore - VIDEO

Nella Rsa, visite senza barriere, si festeggiano anche gli anniversari di nozze

La marcia nuziale, proprio come quel giorno. E i fiori, per regalare alle “spose” la sensazione di tornare indietro sul filo della memoria fino a quel momento, quando hanno preso tra le mani il loro bouquet. E in un attimo, gli occhi si riempiono di lacrime, le mani che si cercano, dopo oltre un anno e mezzo di distanza. Un abisso per chi ha condiviso per decenni ogni giorno e ogni notte. E ancora la testa di uno che si posa sulla spalla dell’altro, in un gesto meccanico, scontato forse per gran parte della vita, diventato d’un tratto impossibile e oggi vissuto come un dono.

A Santa Chiara, l’1 giugno, non era solo il giorno del ritorno del contatto con gli affetti per tutti i parenti. Per quattro coppie di coniugi è stato anche il momento di celebrare anniversari di nozze da record.

Alle 9 del mattino, nella prima finestra di visita, c’erano Luigi Marini e la moglie Luisa: lui ospite di Santa Chiara, lei rimasta in attesa di poter tornare a rivedere il marito all’esterno per mesi. Quando è partita la marcia nuziale - dal tablet portato a mano dall’educatrice Eleonora Gaffuri con un piccolo amplificatore per far risuonare le note e le emozioni nel chiostro - , gli occhi di Luisa erano già pieni di lacrime, sopraffatta dall’emozione dell’incontro. Ha iniziato a scuotere la testa e a ripetere grazie, più volte, quasi incredula davanti al gesto di attenzioni e di affetto riservato loro dalla struttura.

Al tavolo poco oltre, a distanza anti-rischio, c’erano Franco Bonà e la moglie Giulia, insieme alla figlia Elena. Anche da loro è arrivato il corteo di sorrisi e fiori per l’anniversario di nozze numero 47. Anche loro sono stati investiti dall’ondata di affetto del piccolo pubblico di operatori che hanno lasciato per un attimo le loro postazioni nei reparti, per essere testimoni dell’amore che sopravvive a tutto.

La signora Giulia si alza per ringraziare l’operatrice che si è avvicinata lei, a Franco si è appena avvicinata un’altra giovane operatrice per un appassionato augurio che profuma davvero di affetto. Franco è serio, tutto d’un pezzo, come è forse nel suo carattere, forse stupito dai riflettori e dalla tanta attenzione.

D’un altro anche lui si scioglie e le labbra che tremano restituiscono il pianto di emozioni in arrivo. In un angolo a vedere tutta la scena, commosse come tutti, ci sono anche la presidente della Fondazione Santa Chiara Giovanna Invernizzi e il direttore generale Simona Sarchi. «È davvero un bel momento, forse sono più emozionata io di tutti loro - dice piano la presidente Invernizzi - : dopo questi quindici mesi in cui siamo stati off limits, celebrare questi momenti è davvero un’emozione forte».

Alle 10.15 è il momento di un altro turno di visita e di un’altra ondata di emozioni. Marcia nuziale e fiori, questa volta, sono per i 50 anni di Luisa Bisi, ospite della struttura, e il marito Paolo. Accanto a loro, per ricordare i 50 anni di matrimonio, c’è il figlio Alessandro. «Guarda che bei fiori Luisa, guarda»: Paolo lo ripete più volte travolto dall’entusiasmo del momento.

Il matrimonio più longevo però è quello di Maria Bassi, ricoverata, e il marito Giampiero, 59 anni insieme. Maria, 84 anni, è a Santa Chiara da sei anni, Giampiero, 92enne, prima del Covid aveva già scelto di andare al centro diurno per poter sgattaiolare spesso e volentieri ad abbracciarla e a leggerle poesie. Una tradizione d’amore interrotta dal Covid.

Ogni giorno possono entrare 64 famigliari, 2 per ogni utente. Il signor Sergio Quaglia di Lodi è seduto di fianco a papà Aldobrando, un uomo alto e snello, di 94 anni. «Così è un’altra cosa - dice il figlio».

I ragazzi che hanno aderito al progetto Acl del volontariato civile, all’ingresso, danno le indicazioni, fanno provare la febbre, disinfettare le mani e compilare i moduli.

Fisioterapisti ed educatori accompagnano gli ospiti ai colloqui e di tanto in tanto passano ai tavoli per chiedere come va ed esortare i più timorosi a stare vicini. Gli ospiti, in casa di riposo, sono 244, ognuno di loro potrà incontrare i suoi cari ogni 15 giorni». I parenti degli allettati, invece, potranno spingersi fino in camera.

Marisa Ronchi, una donna elegante, ha ricevuto la visita del figlio Maurizio Giavardi. Sergio Vicenzino, nel tavolo di fianco, è venuto a trovare Giuseppe Bianchi, il fratello della sua Carla.

Angela Bragalini, 96 anni il prossimo 3 agosto si fa baciare le mani. Elisabetta, 87 anni, di Zelo, è circondata dalle sue due figlie Annarita e Antonietta: «Lei è la nostra regina».

Il signor Orlando passa in carrozzina, in mezzo alle rose. Sentiamo chiamare. Ecco è lui, uno dei più entusiasti per la musica il giorno della festa della mamma. «Facevo il vigile del fuoco - racconta -, un giorno a palazzo Reale, a Napoli, ho baciato Sofia Loren. Mi avevano chiamato per liberare l’attrice dalla folla dei fans. Mi sono trovato da solo con lei e Vittorio De Sica, in una stanza, e l’ho baciata sulla guancia».

Il turno dei parenti per lui non è ancora arrivato, ma quando arriverà, c’è da giurarlo, non la smetterà un attimo di raccontare. Proprio come sta facendo ora.

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