LODI «Qui la giustizia lavora e faremo ancora di più per eliminare i disagi»

La Presidente vicaria del tribunale Elena Giuppi: «È merito di tanti»

«Si dice “tribunali fermi”, ma per Lodi non è vero»: la presidente vicaria del Tribunale di Lodi Elena Giuppi fa il punto sulle numerose modifiche all’attività giudiziaria che sono state imposte dall’emergenza covid-19, ma rassicura sul fatto che i numeri sono buoni. «Le misure organizzative adottate per gestire l’attività nel periodo dall’11 maggio e che resteranno in vigore fino al 31 luglio, hanno consentito di lavorare. Il Tribunale non è stato chiuso neppure durante il lockdown, nel quale si facevano udienze con detenuti, separazioni, misure cautelari e altri adempimenti urgenti».

La presidente illustra alcuni numeri: «Il dibattimento penale, con i suoi 4 giudici, dall’11 maggio al 30 giugno ha tenuto 60 udienze in presenza, definito oltre 200 procedimenti, celebrato oltre 800 processi, tra prime comparizioni, istruttorie, audizioni di testi, udienze con persone sotto misura. Certo, sono state adottate restrizioni e precauzioni : dalla limitazione alle presenze in aula a non oltre 15 persone, e non oltre 10 all’esterno, alla creazione di percorsi separati di entrata e di uscita, alla fornitura di igienizzanti.

Anche l’Ufficio del Giudice di Pace ha ripreso a celebrare le udienze penali in presenza. Sia in Tribunale sia al Giudice di Pace le udienze sono sempre state celebrate a porte chiuse, senza pubblico: si sono dovuti contemperare gli interessi e quello alla salute ha prevalso sulla pubblicità delle udienze. Ovviamente l’obiettivo è di tornare alla normalità. In che misura, purtroppo, ce lo imporrà il virus».

Quantitativamente, le udienze gip sono state piuttosto ridotte; i giudici civili invece, anche i Giudici di Pace, hanno lavorato molto ma in modo meno visibile, ricorrendo sempre quando possibile alla trattazione scritta e allo scambio di memorie oppure alle udienze da remoto. «Ma è stata fatta un’altra operazione di cui sono orgogliosa - prosegue la presidente -: avevamo parecchio arretrato di volontaria giurisdizione, e distribuendo l’arretrato fra i giudici del civile, compresi gli onorari, abbiamo eliminato 400 pendenze. Addirittura nelle udienze di separazione giudiziale dinanzi al presidente non si è creato arretrato».

«Dietro questo lavoro c’è stato un lavoro di squadra, uno sforzo organizzativo, sia dei magistrati sia del personale amministrativo delle cancellerie -, lavorare in questo periodo significa organizzare il lavoro, vedere tutte le udienze fissate per capire cosa si può fare oppure no, rimodulare gli orari per evitare assembramenti, fare comunicazioni; non è stato facile neppure per i giudici civili né per gli avvocati, pensiamo solo al dover trasformare la discussione a voce in forma scritta.

Non posso infine dimenticare che il personale amministrativo della Presidenza e di qualche altro ufficio ha dimostrato una grande professionalità e abnegazione in un momento estremamente delicato nella gestione». Vi sono state interlocuzioni periodiche con le Rsu ed i sindacati. «Devo ringraziare - prosegue la dottoressa Giuppi - quei colleghi magistrati che hanno lavorato tanto, e il personale amministrativo tutto, non c’è stato blocco dell’attività ed è stato sperimentato uno smart working produttivo; c‘è ,per esempio, chi lavorando in ufficio ha sistemato gli archivi, parlo del gip e del penale dibattimentale, ed è stato un lavoro fatto bene. L’emergenza è stata una difficoltà per tutti e creerà problemi per il futuro ma per settembre vogliamo fare ancora di più e dovremo ripensare gli spazi . Riguardo all’emendamento per la riapertura dall’1 luglio, per noi non cambierà nulla, di fatto, perché il lavoro è già calendarizzato e ripartito. Quando si riprenderà a settembre saremo ancora più pronti, fino ad ora è andata piuttosto bene,per fortuna, con i contagi. Dobbiamo pensare che il distanziamento ancora ci sarà, non pensiamo però di avviarci ad un’attività ridotta, ma piuttosto diversa rispetto al passato».

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