LODI Per la Line scatta un piano green:
la metà dei bus diventerà “verde”

Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 i primi mezzi saranno sulla strada

I l gruppo Lin e prepara la rivoluzione green del trasporto pubblico locale di Lodi, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Avviate le procedure preliminari di gara per la fornitura di nuovi autobus elettrici per il servizio urbano di Lodi e a metano per il servizio extraurbano. La previsione è di andare ad ammodernare in chiave ecologica circa la metà della flotta urbana Line e un terzo circa della flotta extraurbana, sia di Line sia di Star. Si spera di avere i primi mezzi su strada tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Europea gli avvisi di prequalifica per le relative gare: entro fine dicembre i fornitori interessati manifesteranno il proprio interesse, e a quel punto sarà effettuata la gara. L’obiettivo è introdurre tra gli 8 e i 10 mezzi elettrici per il trasporto pubblico urbano, e tra i 30 e i 40 mezzi a metano per l’extraurbano di Line, altrettanti per l’extraurbano di Star. Impossibile definire a priori il quantitativo esatto, perché subordinato al tipo di fornitura in offerta.

La rivoluzione green della flotta è supportata da importanti risorse pubbliche. «Si tratta di un’occasione da cogliere per ammodernare la flotta nell’ottica green e per sfruttare al meglio le ingenti risorse disponibili– spiega Luca Paolo Delbarba, amministratore delegato di Line Spa -. Come azienda stiamo ragionando per poter mettere a terra le risorse pubbliche nel modo più efficace possibile, senza perdere di vista la prospettiva di medio e lungo periodo, e preparandoci a tutto quello che comporta questa rivoluzione». Infatti, per poter far viaggiare 10 autobus elettrici ogni giorno è necessario dotarsi di una struttura di ricarica adeguata e in modo analogo per la flotta a metano l’azienda deve avere disponibile un impianto di distribuzione idoneo. Investimenti importanti, che il Gruppo Line vuole calibrare al meglio: proprio in questi giorni sono in corso le riunioni tecniche per individuare dove collocare il nuovo deposito unico, in cui troveranno spazio anche le infrastrutture di rifornimento.

«La flotta green è solo l’aspetto più evidente della transizione green – dice Delbarba -. In realtà, l’impatto sarà molto più ampio, nelle strutture di rifornimento, nelle officine di manutenzione, persino nella programmazione. Se non si modula con attenzione il ricambio dei mezzi, tra 12 o 15 anni ci si ritroverà una flotta improvvisamente e tutta insieme obsoleta. E poi ci sono alcuni aspetti critici da risolvere. Noi stiamo facendo investimenti e ammodernando la flotta senza sapere se saremo ancora gestori del servizio, perché il contratto di servizio è scaduto, e siamo in attesa della gara. Questa è un’anomalia che va risolta subito, allineandosi possibilmente alla scadenza del 2026 del Pnrr. E poi i mezzi green hanno costi di esercizio importanti: sarà quindi necessario un adeguamento dei fondi disponibili per il trasporto pubblico locale».

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