Lodi, morto in casa a 29 anni, tra due giorni l’autopsia per capire il perchè

Lavorava in una scuola, fatale un malore

Sarà eseguita giovedì a Pavia l’autopsia sul ventinovenne trovato senza vita domenica mattina dalla fidanzata nella palazzina al 15 di via Leonardo Da Vinci a Lodi. Si chiamava Alessandro Milia e lavorava in una scuola della provincia, tra l’altro anche il dirigente dell’Istituto di Lodi Vecchio Eugenio Merli ha voluto esprimere le sue condoglianze sul profilo social del giovane. Originario della Calabria, anche se risulta abitasse nel Lodigiano già da tempo, si era trasferito da pochi mesi in un appartamento al sesto piano, dopo che uno dei precedenti proprietari era mancato.

I vicini ricordano, più che lui, la sua ragazza, bionda, con un bimbo piccolo, con la quale ogni tanto qualcuno si fermava a parlare. È toccato proprio a lei, dopo il risveglio tranquillo per la fine dell’ora legale, trovarlo già esanime sul divano nel salotto. I medici dell’Areu hanno refertato la morte indicando un arresto cardiaco improvviso come possibile causa, ma data la giovane età è intervenuta anche la squadra di polizia scientifica della questura di Lodi, dai cui rilievi non sarebbe emerso nulla di sospetto. La Procura ha disposto comunque di accertare cosa abbia fermato all’improvviso il cuore di un ventinovenne, al limite anche perché i familiari sappiano se si è trattato di una patologia congenita.

In tanti hanno notato polizia e ambulanze già alle otto del mattino di domenica scorsa nel parcheggio davanti ai due condomini bianchi “gemelli” al 15 e al 17 di via Leonardo Da Vinci, ma l’impressione è che in pochi conoscessero la coppia colpita da questo dramma improvviso. E forse anche il fatto che fossero arrivati nell’appartamento al sesto piano nei mesi nei quali tutti avevano paura, forse ancora più di oggi, di parlare con estranei ha contribuito a far rimanere Alessandro quasi un estraneo per i suoi vicini. Probabilmente i funerali saranno celebrati dai suoi familiari in Calabria, nel fine settimana.

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