LODI Morto in Adda, la mamma non si arrende: «Voglio la verità»

Le indagini dei carabinieri non si fermano, la famiglia ha incaricato un avvocato

La mamma di Giorgio Medaglia si è rivolta a un avvocato di Lodi per collaborare con la Procura e i carabinieri nella ricerca della verità sulle ultime ore di suo figlio. Trentaquattro anni, la sera della scorsa domenica 28 giugno si era ritirato nella sua cameretta dell’appartamento che divide con la mamma all’Albarola, e poco dopo, senza dire nulla in casa, era uscito con il suo motorino. La mamma se n’è accorta a notte inoltrata «ma solo alle 6 del mattino ho iniziato a preoccuparmi - spiega la donna, Ombretta Meriggi - perché era già capitato che quando non riusciva a prendere sonno uscisse senza meta in motorino a fare un giretto. Lasciando sempre a casa, come anche questa volta, il telefonino e il portafogli, portava con sè solo la carta d’identità e il patentino».

Il motorino era stato ritrovato dai carabinieri due giorni dopo, «in stato di abbandono - racconta ancora la mamma - e con le chiavi inserite. Giorgio non l’avrebbe fatto mai»

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