LODI «Lei con quella mascherina non entra». Poste di via Lodivecchio, attesa per nulla

Nessun Dpcm vieta le mascherine con la valvola ma un utente non è stato fatto entrare pur avendo prenotazione, Ffp3 e guanti

Carlo Catena

«Lei con quella mascherina non entra»: quella che ci racconta un lettore è l’ennesima odissea per ritirare una raccomandata alle Poste di Lodi. Dopo le code esterne sotto le intemperie dei mesi scorsi, questa volta è successo alla filiale di via Lodivecchio, dove l’uomo si è presentato sabato attorno alle 12.25. «Ho scelto di arrivare una decina di minuti prima della chiusura per trovare meno coda - racconta -, ho preso il numero e mi sono allontanato di una decina di metri perché c’erano altri due utenti fuori in attesa. Avevo appena indossato guanti in nitrile nuovi e, sapendo di dovermi recare in un ufficio postale, dato che le attività che hanno a che fare con pacchi e corrispondenza sono molto a rischio contagio, mi sono munito di una mascherina Ffp3 con valvola, disinfettata in nottata con l’ozono, e di occhiali coprenti. Giunte le 12.35, con puntualità elvetica, il personale dell’ufficio provvedeva con mossa fulminea a chiudere la porta, non prima che una donna appena arrivata in bicicletta, non ho capito se una dipendente delle Poste uscita per commissioni o un’altra utente molto sveglia, che così è riuscita a passarmi davanti, si infilasse direttamente nell’ufficio. Tra l’altro venivano subito fatte entrare le due persone fuori in attesa e, venivano chiuse le porte scorrevoli, che in precedenza erano aperte, come, ritengo, sia d’obbligo per garantire il ricambio d’aria nel piccolo ufficio che non appare munito di dispositivi per disinfettare l’aria».

E a quel punto cosa succede? «Mi disinfetto i guanti con gel, mi avvicino alla porta con il mio numero in bella vista in mano, appena successivo a quello che stanno servendo, ma dall’interno mi viene fatto capire che è chiuso. Guardo il segnaposto alla parete e segna le 12.37 e mostro, dal vetro, il mio numero, ma l’uomo che ha chiuso la porta mi chiede “ma lei come ha fatto a prendere il numero?” “L’ho preso dieci minuti fa e sono rimasto fuori ad aspettare”, rispondo. E la replica è stata “a parte il fatto che lei con quella mascherina lì qui non entra”. Non ho fatto caso se l’addetto alle porte indossasse la mascherina, per fortuna ero a distanza. Al che subito me ne vado, e, dato l’atteggiamento non mi sembra il caso di insistere nè di chiamare le forze dell’ordine per entrare, in quello che era diventato un piccolo spazio chiuso con dentro almeno altre 7 persone. Mi viene poi il dubbio che le mascherine che uso da febbraio per accedere in luoghi pubblici siano “vietate” da qualche Dpcm. Cerco e ricerco, ma non trovo quasi nulla riguardo alle maschere con valvola. Regione Lombardia le vieta solo a estetiste e parrucchieri. Per contro più virologi affermano che le mascherine chirurgiche fermano gli sputi, non i virus».

Ma aveva già avuto problemi con le mascherine con valvola?

«Assolutamente no, neppure in un altro ufficio postale di Lodi. Peraltro sono spesso a contatto con le forze dell’ordine e nessuno, neppure come battuta, mi ha mai fatto notare che le mie mascherine non siano adeguate». Ora cosa farà? «Per entrare in Posta dovrò quindi mettermi per forza una mascherina di garza, e rischiare di contagiarmi. E un malato che avesse difficoltà a respirare con mascherine senza valvola cosa dovrebbe fare? Il ministero della Salute le consente».

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