Lodi, la Sla si è portata via Alberto ma non il suo sorriso

Il 39enne ha perso la sua battaglia con la malattia dopo un arresto cardio-respiratorio ma il suo ricordo resterà vivo in chi lo ha conosciuto

La tragedia di Alberto rielaborata con gli occhi della fede e della speranza. Alberto Bianchi a 39 anni ha perso la sua battaglia con la Sla ma rimarrà per sempre nel cuore di chi lo ha amato. “Prigioniero” da tre anni di una malattia che l’ha richiuso in un corpo che non rispondeva più, Alberto aveva fatto parlare di sé tempo fa per essere rimasto recluso in casa per oltre due mesi a causa di un guasto all’ascensore nello stabile. Un arresto cardio-respiratorio l’ha portato via agli affetti più cari: ma non per sempre perché il suo ricordo vivrà forte nel cuore della moglie Giada Negri che l’ha accompagnato a ogni passo, anche dopo la diagnosi più dolorosa. La patologia era sopraggiunta all’improvviso, a luglio 2019, portando con sé, uno dopo l’altro, tutti i segnali evidenti di una patologia neurologica degenerativa. «La nostra è stata una bellissima storia d’amore - ha raccontato la moglie che, anche dopo la dura sentenza dei medici, aveva scelto di sposarlo a novembre 2019 e proseguire il cammino intrapreso insieme, mano nella mano -. Insieme abbiamo superato mille ostacoli, abbiamo vissuto il nostro amore senza perderci mai, nonostante fossimo liberi di vivere le nostre esperienze di vita, sapendo che l’importante era tornare a casa l’una dall’altro dove saremmo stati noi due per sempre».

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