LODI La città apre all’appello del prefetto: spazio all’accoglienza degli afghani

Il sindaco Casanova assicura: «Non ci tiriamo indietro»

«Non possiamo certamente tirarci indietro in un momento così critico. È doveroso offrire assistenza a chi fugge dall’inferno dell’Afghanistan dove le condizioni, soprattutto per le donne e i bambini, sono divenute insostenibili». Così il Broletto risponde all’appello lanciato dal prefetto di Lodi Giuseppe Montella per far fronte alla crisi umanitaria all’aeroporto di Kabul, con migliaia di persone che cercano di fuggire dal regime dei talebani, e dove c’è stata una strage provocata da un attacco terroristico. Il ponte aereo organizzato dal ministero della Difesa ed Esteri ha già portato diversi esuli nel nostro Paese e il palazzo del Governo ha chiesto ai Comuni e soggetti del privato sociale un impegno per l’accoglienza. E ieri non si è fatta attendere la presa di posizione dell’amministrazione comunale di Lodi, guidata dal sindaco Sara Casanova (Lega), che ha aperto alla possibilità di tendere la mano alle popolazioni in difficoltà. «Il Comune di Lodi intende ampliare il sistema di accoglienza integrazione (ex Sprar), gestito dall’associazione Progetto Insieme, strutturato per accogliere cittadini provenienti da contesti di conflitto, di crisi politica e umanitaria e quindi per accogliere, nella drammatica circostanza attuale, anche i cittadini afghani – si legge in una nota diramata dal Broletto -. I Comuni aderenti alla rete, tramite Anci, hanno chiesto al ministero dell’Interno di incrementare i posti per ospitare i profughi provenienti dalla gravissima situazione che i media ci stanno mostrando in questi giorni». A seguito dell’aggravarsi delle condizioni di sicurezza allo scalo afghano, si sono intensificate negli ultimi giorni le evacuazioni di occidentali e collaboratori delle forze alleate a Kabul, con in prima linea la nostra Difesa per far uscire dal Paese centinaia di persone. Sono quindi attesi in Lombardia moltissimi profughi da distribuire a riparto tra le diverse province, con Lodi che ha una quota di circa il 5 per cento. Ai pochi esuli già arrivati nei centri d’accoglienza lodigiani, si aggiungeranno alcune decine di altri profughi in fuga. Tutti questi esuli svolgono un periodo di quarantena all’arrivo nel nostro Paese e andranno a sommarsi al flusso migratorio dall’Africa, per questo la Prefettura ha chiesto aiuto ai sindaci prevedendo di andare in fretta ad esaurimento dei posti disponibili nei centri accoglienza, diminuiti nel tempo per il decremento negli ultimi due anni di sbarchi dall’Africa, ma che ora sono ripresi.

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