LODI Il centrodestra esulta per le votazioni:«Dopo settembre un quadro più chiaro»

Raimondo (FdI): «Non ci spaventano le urne». Bariselli (Lega): «Hanno lavorato proponendo continuamente tematiche divisive»

«Finalmente si va a votare» sbotta Fabio Raimondo , commissario provinciale di Fratelli d’Italia, dopo le dimissioni di Draghi. «Il nostro partito chiedeva le elezioni, a gran voce - spiega -. Draghi era una personalità autorevole, ma da tempo questo governo faceva ogni scelta al ribasso, per tentare di tenere unita una maggioranza. Non ci spaventano le elezioni: non ci spaventavano quando avevamo il 4 per cento, e nemmeno ora, perché rappresentano un momento fondamentale della democrazia, e siamo convinti che il centrodestra compatto possa dare origine a una maggioranza stabile. Abbiamo dimostrato coerenza contro ogni governo di “inciucio”, parlando sempre di temi concreti che interessano il paese. Per riuscire a garantire questa maggioranza, però, abbiamo bisogno di una cosa: che la gente vada a votare. Per questo, prima ancora di qualsiasi campagna elettorale, invito la gente ad andare a votare».

Accanto a Raimondi, Claudio Bariselli , segretario provinciale della Lega, che dà la sua interpretazione della crisi e del futuro: «Questa situazione è arrivata nell’arco di pochi giorni, in modo inaspettato sono state sciolte le Camere dopo qualche scossone. Qualcuno ha portato a questa rottura, anche se ora dà la colpa ad altri. Ma per mesi hanno lavorato proponendo continuamente tematiche divisive come lo Ius culturae o la possibilità di coltivare la cannabis, dimenticando i problemi veri dell’Italia. Le urne daranno la possibilità agli italiani di comunicare una scelta netta e andare avanti, anche perché l’attività parlamentare, nel mese di agosto, sarebbe stata comunque rallentata».

Nemmeno la Lega, quindi, teme le elezioni: «Hanno paura quelli che vivono in un mondo ormai disabituato al contatto diretto con i cittadini. L’auspicio è che queste elezioni di settembre consegnino un quadro più chiaro e, soprattutto, consentano la governabilità, perché è quello che serve al nostro paese per affrontare le sfide delicate che ci attendono».

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