Lodi dice addio all’ambulante Malaspina

Storico punto di riferimento per i mercati del territorio, oggi in tanti alla cerimonia funebre nella chiesa del Revellino dove viveva attualmente

La professione di ambulante nel Dna. Su e giù con il furgone, tra Lodigiano e Pavese a vendere vestiti nei mercati. Se n’è andato domenica mattina, alle 4.30, Egido Malaspina. Aveva compiuto 73 anni il 6 giugno, in ospedale, a Lodi.

Originario della Maddalena, Malaspina aveva iniziato a fare l’ambulante con suo papà e la sorella, subito dopo la scuola, a 12 anni, a inizio degli anni 60. Aveva un vecchio furgoncino e reggeva la tenda della bancarella con quattro assi di legno. Ancora oggi faceva i mercati e vendeva capi d’abbigliamento con i figli e la famiglia.

«Era sempre il primo a svegliarsi la mattina prestissimo e controllava il meteo - racconta la nuora Paola -, anche quando le previsioni davano neve. Se proprio non si poteva andare a mettere giù il banco, in mattinata faceva comunque un giro in piazza. Chiamava il figlio e diceva: “Mì vo’ a vede me l’è, te vegni cun mi?””».

A Natale se ’n’era andata la moglie dopo un ricovero in terapia intensiva, a causa del Covid.«Da allora lui non è stato più lo stesso», aggiunge la donna.

«All’improvviso ho visto che era pallido, non mangiava e perdeva l’equilibrio - ricorda il figlio -”Papà tu non stai bene”, gli ho detto. “Sì è vero, non sto bene”. Ho chiamato il 118. Era il 15 aprile. È rimasto ricoverato 9 giorni in neurologia e poi è stato trasferito in terapia intensiva per una crisi respiratoria. Il sospetto è che avesse la meningoencefalite,ma non lo sappiamo con esattezza. Poi ha avuto varie infezioni, compreso il Covid, e non ce l’ha fatta. I medici ci hanno chiesto l’autorizzazione a fargli l’autopsia.Ho acconsentito, magari serve ai medici per i loro studi. Mercoledì gliel’hanno fatta. Spero possa essere utile».

Oggi pomeriggio, al Revellino, si è svolto il funerale. In tantissimi erano in chiesa per ricordare Malaspina, un uomo apparentemente burbero, ma che entrava nel cuore d tutti. Cresciuto in una casa di cortile, alla Maddalena, poi si era trasferito alla Barbina, a Cadilana e al Revellino. Per gli altri lui c’era sempre, ricorda la nuora. Viveva per i suoi figli. Storico socio della Canottieri, aveva avuto anche una sua canoa e aveva costruito una fitta rete di relazioni sociali. Per questo in tantissimi stanno mandando messaggi di cordoglio alla famiglia.

L’articolo anche sul «Cittadino» in edicola sabato 2 luglio 2022

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