Lodi, c’è un buco da otto milioni

Una “voragine” di ben 8 milioni di euro. A tanto ammonta lo scostamento del Comune di Lodi dagli obiettivi del patto di stabilità, ovvero i saldi di spesa ed entrata fissati dal governo. Lo stato di salute dei conti dell’ente, misurato a fine settembre, è stato presentato dall’assessore al bilancio Giambattista Pera: «Non ci sono grandi variazioni rispetto all’anno scorso - spiega -. Stiamo facendo un lavoro attento in tutti i settori, per rispettare gli obiettivi indicati. Il nostro bilancio è sano. Non ci mancano le risorse, tanto che paghiamo i fornitori di parte corrente a 30 giorni. Semmai, come per tante altre amministrazioni, non è facile rispettare i saldi imposti dall’alto».

L’argomento è emerso nel corso dell’ultima seduta di consiglio di palazzo Broletto, venerdì sera, dove sono stati discussi gli equilibri di bilancio. E a scatenare lo scontro ci ha pensato il capogruppo del Pdl, Lorenzo Maggi: «Le scelte economiche del Comune sono decisamente fallimentari. È stata bandita un’asta per la vendita di beni patrimoniali, che è andata deserta, mettendo a rischio il rispetto del patto di stabilità. In più da tre mesi l’ente non paga i suoi fornitori per la realizzazione delle opere. Speriamo non diventi un vizio e si prolunghi anche nei prossimi mesi».

Una dura presa di posizione che ha scatenato le ire della maggioranza e della giunta. «Noi stiamo facendo un lavoro serio, di fronte a un patto di stabilità iniquo, che fa pagare il peso della finanziaria ai comuni», interviene l’assessore Enrico Brunetti. E Adele Burinato (gruppo Progetto Guerini sindaco) ha aggiunto: «L’opposizione deve svolgere un compito anche di stimolo e proposta». Le scelte dell’amministrazione Guerini sono state inoltre difese dal capogruppo Pd, Demetrio Caccamo: «Non c’è alcun fallimento sulle scelte economiche del Comune. Basti pensare che abbiamo alti investimenti e tariffe contenute». E Gianmaria Mondani del Pd ha rimarcato il livello d’indebitamento pro capite dell’ente considerato tra i più bassi d’Italia.

Molto critica invece la Lega nord, che con Alberto Segalini ha contestato le manovre del Broletto. Alla fine gli equilibri di bilancio sono passati a maggioranza.

Nel corso della serata di venerdì sono state discusse anche molte interrogazioni, è stato bocciato un ordine del giorno di Maggi sulle aste pubbliche ed è scoppiata la bagarre sul conferimento della cittadinanza onoraria a Lech Walesa, premio nobel per la pace e già guida della Polonia. Il capogruppo del Pdl Maggi ha insistito per inserire nell’attestato la parola “comunista” per una censura di quel regime totalitario, ma per la gran parte dei consiglieri è stata considerata una battaglia solo nominalistica e la proposta è stata bocciata. Il conferimento è stato però assegnato all’unanimità.

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