LODI “Casa San Giuseppe” sempre più vicina: il nuovo dormitorio pronto per l’inverno

Sopralluogo del vescovo nella struttura di viale Trento e Trieste che ospiterà il polo dell’accoglienza

In viale Trento e Trieste procedono i cantieri per la “Casa San Giuseppe”, nuovo polo di accoglienza e di ascolto dei più fragili. A constatare lo stato di avanzamento dei lavori è stato, ieri mattina, il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti, che ha visitato lo spazio assieme al vicario generale don Bassiano Uggè, al direttore della Caritas Lodigiana Carlo Bosatra, al progettista, il geometra Patrizio Rocca, all’ingegnere Paolo Cabrini, che ha curato la realizzazione degli impianti, e a Matteo Ferrari, titolare dell’impresa impegnata nei cantieri. Il Vescovo si è trovato davanti a dei lavori in stato avanzato: si prevede, infatti, il completamento della struttura verso la fine del mese di novembre, e gli impianti sono già stati predisposti e gli spazi delimitati. Ad esprimersi riguardo a questi ultimi è stato Bosatra, che ne ha illustrato la destinazione: «Ci sarà uno spazio dormitorio con trenta posti disponibili, e dalla sede di via San Giacomo 15 saranno trasferiti il Centro di Ascolto e il Centro Diurno – ha spiegato –; quest’ultimo, una volta spostato a Casa San Giuseppe, potrà ospitare fino a cinquanta persone. Sarà inoltre attivato un ambulatorio». L’idea di accoglienza proposta dalla Caritas Lodigiana, infatti, non è quella di offrire semplicemente dei servizi a chi ne ha bisogno, ma di avviare un vero e proprio percorso di ascolto dei senzatetto o, meglio, degli homeless. Questa parola inglese restituisce infatti un ritratto migliore delle necessità dei più fragili, che si trovano sì senza un luogo fisico proprio dove vivere ma anche senza affetti (“home” in inglese indica la casa non come semplice costruzione fisica, ma come luogo condiviso con i propri cari). Per questo motivo, in un solo spazio saranno collocati servizi che rispondono ad esigenze immediate, come l’avere un posto dove dormire e un luogo dove poter essere curati, ed altri, quali il Centro di Ascolto e il Centro Diurno, dove si possano intraprendere dei percorsi di aiuto, sostegno e reinserimento sociale. Alla fine della mattinata, Monsignor Malvestiti e tutti gli altri presenti si sono dati appuntamenti al mese prossimo, per un ulteriore sopralluogo prima dell’inaugurazione del polo.n

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