LODI Antonella Sofia, «è una tragedia che non riusciamo a spiegarci»

Distrutti il fratello, la sorella e la mamma della oss di 40 anni scomparsa da casa il 18 settembre e ritrovava venerdì nel fiume

«Non riusciamo a darci nessuna spiegazione, non ci aveva neppure detto che il giovedì prima di sparire si era messa in malattia, e non sappiamo neppure per cosa, dato che di fatto alla fine aveva preferito farsi segnare due giorni di ferie, promettendo che lunedì sarebbe andata dal dottore»: così Gabriella Sofia, infermiera, sorella di Antonella, ritrovata morta nell’Adda nel Cremonese venerdì scorso, trova il coraggio di provare a raccontare come si sentono lei, il loro fratello che vive in Toscana e anche la mamma, vedova che invece è in provincia di Salerno, dove saranno celebrati i funerali. ancora da fissare.

Ieri mattina a Cremona è stata eseguita l’autopsia giudiziaria sulla salma di Antonella Sofia e si attende di conoscere la relazione del medico legale. I primi elementi però, come la permanenza del corpo sott’acqua per quasi una settimana prima che riaffiorasse tra Formigara e Pizzighettone sembrano indicare una morte per annegamento, e non per altre cause violente. Nella casa in cui abitava da diverso tempo da sola in via Terzaghi a Lodi la polizia e i vigili del fuoco, intervenuti lunedì 20 settembre allertati da amici e parenti che dal giorno prima non riuscivano a contattare Antonella, hanno trovato un messaggio di addio, dal quale non si ravvisano elementi che possano indicare responsabilità dirette o indirette di terzi nel tragico gesto, e anche una somma accantonata per i parenti, perché si occupassero dei funerali. Un altro messaggio. questa volta via telefonino, nella serata di sabato Antonella l’aveva mandato all’ex compagno, preannunciando che avrebbe spento il suo cellulare per sempre. Non convivevano più da tempo ma ogni tanto si sentivano, risulta ai parenti, che nelle scorse ore hanno ricevuto dall’uomo un messaggio di condoglianze. Antonella aveva cominciato a lavorare al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, come operatrice socio sanitaria, verso il 2012, e anche sua sorella lavorava già al Maggiore, dal 2001. La Oss ha superato il lutto per la morte del papà nel 2019, ha visto centinaia di persone lottare con la morte nei primi mesi del Covid, ma è sempre andata avanti. Fino alla sera in cui l’hanno vista incamminarsi verso l’Adda.

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