Lodi, allevatori soddisfatti per l'accordo sul prezzo del latte

Più 4 centesimi al litro per compensare i maggiori costi «ma è solo un primo passo»

Quattro centesimi al litro in più. Tanto vale agli allevatori l’emergenza stalle secondo il protocollo d’intesa siglato ieri al tavolo ministeriale aperto dopo l’estate dalle associazioni degli allevatori, dei trasformatori e della grande distribuzione organizzata. Il premio sarà riconosciuto per 3 centesimi dalla grande distribuzione organizzata ai trasformatori, che lo riverseranno interamente (e con apposita voce contrattuale) agli allevatori, e per 1 ulteriore centesimo dalle stesse industrie di trasformazione, e scatteranno entro la soglia dei 41 centesimi al litro, prezzo di conferimento registrato in Lombardia. L’intesa ha efficacia fino al prossimo 31 marzo 2022. L’ultimo prezzo medio del latte crudo alla stalla registrato in Lombardia è di 38,5 centesimi a settembre, nel Lodigiano le cifre riconosciute agli allevatori variano dai 37 ai 41 degli ultimi contratti ottobre-dicembre.

L’intesa sarà sostenuta dalla grande distribuzione organizzata con una campagna di promozione del consumo di latte e derivati italiani.

In Lombardia il comparto vale il 45 per cento della produzione nazionale con 4mila 768 allevamenti e 500mila vacche allevate. «Una buona notizia: il premio di emergenza per le stalle è un passo importante, ma non basta nel lungo periodo – dice l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Fabio Rolfi -. A livello strutturale la Lombardia sta lavorando in sede tecnica con l’obiettivo di definire gli indici del costo di produzione del latte lombardo, vale a dire una soglia sotto la quale non si potrà scendere nella remunerazione del latte».

Il giudizio positivo delle associazioni di categoria e di Regione Lombardia però non trova consensi unanimi nella base: Il costo della produzione è stimato in 45,8 centesimi al litro, e dunque i 4 centesimi in più non sembrano risolutivi, anche perché i sei mesi in cui saranno garantiti (ma solo sotto i 41 centesimi) non andranno a compensare oltre un anno e mezzo di difficoltà e perdite, prima causa Covid, poi per l’esplosione dei costi.

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