LODI «Abbiamo fatto sacrifici: violato il diritto al lavoro»

La presa di posizione del presidente dell’Unione artigiani Nicola Marini: «È l’ennesimo duro colpo»

Nessuna protesta di piazza o iniziativa provocatoria, ma semplicemente una richiesta di chiarezza: «I nostri imprenditori hanno fatto dei sacrifici e hanno rispettato tutte le regole, ma la sensazione è che le istituzioni, ora, non stiano rispettando loro e il loro diritto al lavoro che, come afferma la nostra Costituzione, è il fondamento della Repubblica». A dirlo è Nicola Marini, presidente dell’Unione Artigiani, pubblicando una dichiarazione in cui commenta perplesso la zona rossa lombarda fino al 31 gennaio: «È l’ennesimo duro colpo inferto a un sistema economico ormai destinato a portare la cicatrice indelebile della pandemia. Da sempre gli artigiani hanno reagito alle difficoltà lavorando. Lavorando per migliorare se stessi e i propri prodotti. Sono quindi comprensibilmente disorientati quando, come in questo caso, è il lavoro stesso ad essere loro impedito».

Secondo gli artigiani, a un anno dall’individuazione dei primi contagiati in Italia, si è ancora in balia di politiche emergenziali e non di «scelte lungimiranti che permettano di far convivere la doverosa prudenza e l’inderogabile necessità di riprendere a lavorare».

La domanda degli artigiani è rivolta a capire quali siano le evidenze scientifiche a supporto delle decisioni del governo: «Vorremmo capire quali sono i parametri che portano i tecnici a scegliere di vietare determinate attività e non altre, se non una presunta essenzialità che suona come un arbitrio e decreta, di fatto, la morte di migliaia di imprese, la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro».

Si attende quindi l’esito del ricorso al Tar promosso da Regione Lombardia, anche se «continuiamo a pensare che sia sbagliato arrivare a chiamare in causa la giustizia per dirimere una questione di questo tipo: manca la capacità di trovare un accordo tra le istituzioni per individuare decisioni celeri, trasparenti, adeguate a garantire la sicurezza ma anche il benessere economico di una regione che è costretta a soffrire più di altri le conseguenze economiche della pandemia, in quello che davvero sembra un accanimento».

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