Lo scandalo delle cartelle “pazze inviate” dalla Asst di Lodi a migliaia di lodigiani. Sono 3.900 le richieste di pagamento stralciate finora. Cresce la protesta sul territorio. E chi ha già pagato?

L’azienda ospedaliera ha inviato tramite Agenzia delle entrate circa 13.000 lettere

ASST chiede scusa per gli avvisi bonari errati recapitati ai cittadini lodigiani: un’anomalia causata dal disallineamento tra banche dati, che ha determinato l’inserimento di posizioni debitorie non dovute. L’azienda socio sanitaria ha già stralciato d’ufficio 3.900 posizioni sulle oltre 13.000 richieste inviate dall’Agenzia delle Entrate per il mancato pagamento di prestazioni sanitarie erogate a partire dal 2012. «Mi scuso personalmente con quei cittadini che hanno ricevuto avvisi bonari non dovuti - ha spiegato il direttore generale dell’ASST Salvatore Gioia -; nella maggior parte dei casi però gli avvisi sono fondati e riferiti a crediti per prestazioni effettuate e non saldate, attività di recupero volta a garantire l’equità tra i cittadini che accedono al servizio sanitario pubblico: si ribadisce comunque l’impegno per accertare preventivamente tutte le posizioni per evitare il ripetersi di disagi”. Il dottor Gioia aggiunge: «Stiamo anche lavorando per il futuro, affinché il recupero crediti sia programmato, non va bene che ci siano arretrati di 8 anni», aggiunge il dottor Gioia. Oltre a stralciare gli avvisi errati, ASST ha inoltre preso in carico tutte le segnalazioni pervenute all’Ufficio Relazioni con il Pubblico, circa un migliaio, comunicando all’utente l’eventuale annullamento del pagamento o la correttezza dell’invio della comunicazione. La maggioranza di questi avvisi ha riguardato il mancato pagamento di prestazioni ambulatoriali; la parte restante è riferibile a visite in solvenza o a dimissioni in codice bianco da Pronto Soccorso. Importante, per tutti gli utenti titolari di esenzione, è verificare sempre che il codice di esenzione sia riportato correttamente sull’impegnativa, perché la mancata indicazione non può essere sanata in sede di accettazione o di esecuzione della prestazione.

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