L’INTERVISTA Guerini e il voto nel Lodigiano: «Abbiamo candidati all’altezza delle sfide» VIDEO

Il ministro della Difesa a San Rocco per sostenere Matteo Delfini ha risposto alle domande della nostra Laura Gozzini

La corsa al voto in 4 comuni lodigiani fra cui il capoluogo in mano al centrodestra, il 12 giugno, ma anche le regionali tra un anno con la sfida cruciale per il Pirellone, e sullo sfondo la guerra in Ucraina, mentre Kiev è sotto attacco. In visita a San Rocco al Porto per sostenere il sindaco uscente Matteo Delfini, il ministro della difesa Lorenzo Guerini domenica non si è sottratto a un’analisi sulla politica locale e internazionale.

San Rocco: è arrivato il ministro Guerini. Video di Laura Gozzini

Le elezioni amministrative alle porte vedono coinvolti tre capoluoghi lombardi in mano al centrodestra, Lodi, Como e Monza. Come avete lavorato per vincere?

Abbiamo candidati all’altezza in tutti i Comuni in cui si va al voto, sostenuti da alleanze molto larghe, e questo credo sia il presupposto per fare una buona campagna elettorale, incontrando i cittadini sui temi che stanno loro a cuore, cercando di costruire proposte per il futuro delle comunità in cui si va al voto e confrontandosi con le altre forze politiche. Penso che il Partito Democratico abbia sempre dimostrato capacità di radicamento sui territori e di avere gruppi dirigenti locali e amministratori locali all’altezza delle sfide.

In prospettiva ci sono anche le regionali, come si presenta il Partito Democratico?

I turni elettorali precedenti hanno dato una buona spinta al centrosinistra, mi auguro venga confermato anche da questo voto. Le regionali sono il prossimo anno, stiamo lavorando come Pd con le altre forze che con noi vogliono la prospettiva di un’alternativa di governo alla Lombardia, partendo dalla costruzione dell’alleanza, alla definizione dei programmi e poi all’individuazione del candidato o della candidata da proporre alla guida di questa Regione. C’è tanto lavoro da fare, queste elezioni amministrative come le precedenti ci danno una grande spinta.

A San Rocco il sindaco uscente Delfini punta al bis. Un “in bocca al lupo?

Fare l’amministratore locale non è semplice, le attese sono tante e i problemi che si devono affrontare quotidianamente sono molti, ma Delfini con la sua squadra lo ha fatto con grande capacità e grande impegno. Gli faccio gli auguri di poter continuare questo lavoro, so che la vita di un’amministrazione comunale spesso travalica il mandato e si va al mandato successivo. Ci sono progetti impostati ed è bene che siano portati avanti. Si è dovuto confrontare in questi cinque anni con tante questioni esterne, in prima battuta il Covid, che ha avuto un impatto sulle nostre comunità e sulle priorità, si è dovuta riorganizzare l’agenda sia della realtà nazionale che di quelle locali. Penso che gli abitanti di San Rocco così come gli italiani sappiano cogliere le ragioni per cui qualche tempo è stato sforato.

All’orizzonte la strada è però ancora in salita. Dal caro bollette alla guerra in Ucraina, il clima è di grande incertezza. Sono trascorsi ormai più di 100 giorni dall’inizio dell’offensiva russa, è fiducioso sulla possibilità di una tregua prima che ne trascorrano altri 100?

È chiaro che tutto il contesto nel quale ci troviamo condiziona l’attività degli amministratori, le difficoltà delle famiglie dovute al caro energia, gli interventi che sono stati fatti dal Governo a livello nazionale, ma anche appunto ciò che viene fatto a livello locale. Il potenziamento dei servizi sociali da questo punto di vista è sicuramente importante, un amministratore non vive in una bolla, vive nella realtà condizionata da vicende locali e dal contesto nazionale e internazionale. La capacità di un amministratore è costruire risposte locali a queste sfide, avendo lo sguardo alla collaborazione con altre realtà, perché da soli non si fa nulla. Non a caso vengono valorizzate le varie realtà, le associazioni, e poi c’è il rapporto con gli enti sovraordinati.

Quanto alla guerra partecipiamo tutti con grande attenzione, con grande coinvolgimento alla situazione dell’Ucraina. Lo dicevo anche in occasione del 2 giugno, le nostre menti e i nostri cuori sono anche rivolti a quella situazione, a ciò che rappresenta dal punto di vista dell’Europa, alle sofferenze di quel popolo aggredito. Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina così come abbiamo fatto insieme agli altri Paesi europei e alla comunità internazionale in questi 100 giorni, e dobbiamo nel contempo rafforzare tutte le ipotesi di confronto per arrivare a far cessare le ostilità e impostare un negoziato che sia vero, pur sapendo che c’è un aggressore e c’è un aggredito e che sta all’Ucraina decidere quale sarà il contenuto della pace.

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