L’impegno della Chiesa nell’accoglienza

Fra pochi giorni celebreremo la festa di San Giacomo. Per la Caritas Lodigiana, e tutta la chiesa di Lodi, si tratta di una ricorrenza felice, perché ci permette di rivolgerci nella preghiera al santo che protegge il polo della carità più importante in Lodi. Nella casa San Giacomo infatti più servizi agli ultimi trovano il loro spazio e tanti volontari vivono un impegno serio e perseverante di solidarietà e promozione.

Quest’anno come tema di riflessione abbiamo scelto un titolo suggestivo: equilibri migranti... vite oltre!! Volevamo infatti portare alla luce quel cammino fatto da volontari e operatori che da più di un anno stanno cercando di svolgere il lavoro di accoglienza dei profughi che arrivano nelle nostra provincia.

La storia di questo impegno non è molto conosciuta. Al di là di ciò che appare sui media, come Caritas Lodigiana ci stiamo impegnando da più di un anno ad accogliere persone che sono arrivate in Italia per chiedere un aiuto per andare oltre, per proseguire un cammino di vita che guerra, violenza o anche semplicemente fame sembrava aver interrotto. Avevamo incominciato ad accompagnare i primissimi profughi arrivati nella primavera del 2014 e che la prefettura di Lodi aveva deciso di destinare ad un albergo di Lodivecchio. Grazie alla generosità di due realtà parrocchiane, Spino d’Adda e Codogno, abbiamo potuto accogliere rispettivamente due e quattro profughi in locali della chiesa. Grazie alla disponibilità di un sacerdote abbiamo accolto anche nel piccolo paese di Maccastorna otto profughi. Quando poi l’hotel che accoglieva i profughi a Lodivecchio ha chiuso, e non si trovava posto per tutti, abbiamo aperto una casa a Massalengo grazie al contributo dell’Associazione Fraternità Mane Nobiscum onlus, che ci ha messo a disposizione una loro casa. Qui da oltre 8 mesi sono ospiti prima 12 ora 10 profughi provenienti dall’africa subsahariana. Altri sono stati accolti di recente a Lodi in una struttura della diocesi dove si è scelto di ospitare 3 famiglie con bambini, per un totale di 9 posti, mentre due case che accolgono in totale circa 15 profughi sono gestite, in Lodi , dall’Associazione Progetto Insieme che fa’ accoglienza in coordinamento con noi.

Come hanno scritto di recente i vescovi della Lombardia “ci siamo occupati di questo problema perché la nostra fede nel Dio incarnato ci impedisce distinzioni tra gli esseri umani. Se un primato va riconosciuto, questo riguarda chi più è sofferente e meno tutelato”.

Nell’esercitare questa (pre)occupazione abbiamo cercato di promuovere piccole forme di accoglienza diffuse sul territorio, credendo che questo sia il percorso per favorire un approccio più sereno della popolazione, una convivenza più accettata e sostenuta dal volontariato. Si tratta di una forma di accoglienza che per noi è sinceramente più difficile da organizzare e strutturare, perché piccole unità significano coinvolgere più operatori e volontari, ma crediamo che questo sia la strada privilegiata, là dove perseguibile, per favorire una più semplice integrazione.

In questo senso, in unità con il nostro Vescovo Maurizio, stiamo sondando la possibilità di aprire qualche altro edificio, non utilizzato, delle nostre parrocchie per realizzare questa accoglienza diffusa, e rispondere alla domanda di aiuto che viene da queste persone, lasciando alla parte politica il compito di elaborare strategie corrette per governare il fenomeno.

Ultimamente la proprietà dell’ex albergo Orient Express di Codogno ha deciso di concedere questa struttura, tra l’altro ben conservata, in comodato d’uso gratuito alla Caritas per un uso sociale. Stiamo valutando in questi giorni la fattibilità economica e tecnica di riaprire questa struttura non per ospitare profughi, ma per operare quel decentramento dei servizi di bassa soglia (mensa, dormitorio, casa accoglienza, Housing sociale) che sono tuttora concentrati nella casa san Giacomo a Lodi. Per l’accoglienza dei profughi, che stanno arrivando nel nostro paese, il nostro tentativo va infatti nella direzione di promuovere più accoglienze diffuse.

Come Caritas vogliamo proseguire l’ indagine per la messa a norma della struttura, sperando che le energie più solidali della bassa lodigiana, possano aiutarci ad aprire un nuovo polo della carità, che si integrerà con i servizi che le caritas parrocchiali già fanno per le famiglie di Codogno. Nello stesso tempo continueremo la ricerche di quelle strutture vicine alle nostre parrocchie che possano essere adatte a realizzare quel sogno, che giorni fa’ Papa Francesco così esprimeva: “Com’è bello immaginare le nostre parrocchie, comunità, cappelle, dove ci sono i cristiani, non con le porte chiuse, ma come veri centri di incontro tra noi e Dio. Come luoghi di ospitalità e di accoglienza”.

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