L’Europa e la bussola del cristianesimo

L’integrazione europea e la crisi che vediamo in questi ultimi anni sono spesso in collegamento fra loro. Le difficoltà economiche degli Stati che compongono la Comunità europea mettono dei punti interrogativi sul futuro del Progetto dell’Europa unita, ma evocano anche le idee esistenti all’inizio del processo dell’integrazione europea. Quando è caduta la cortina di ferro nel 1989, ed è scomparso il blocco sovietico, pensavamo che il valore della libertà - portata avanti soprattutto dalle democrazie liberali - avrebbe vinto definitivamente.Pensavamo che il mondo sarebbe stato più sicuro e più pacifico. Invece il periodo successivo al 2000 ha mostrato che siamo partiti dalle premesse sbagliate. In primo luogo l’attacco agli Stati Uniti d’America ha mostrato che la libertà di tipo occidentale non viene accolta da tutti con uguale entusiasmo. Gli attacchi terroristici hanno fatto vacillare la sicurezza della civiltà occidentale, ma non sono stati presi in considerazione come il motivo per ripensare ai contenuti dei valori considerati importanti, quanto piuttosto ci si è sentiti incoraggiati a seguire l’idea di usare le maniere forti. In ogni caso, la crisi economica negli ultimi anni ha mostrato con chiarezza che i nostri valori non sono forse quelli più importanti. Il Santo Padre Benedetto XVI ha rilevato più volte che l’attuale crisi economica è soprattutto una crisi morale. Non c’è da meravigliarsi. Il mondo occidentale, secolarizzato e vuoto di valori, capisce poco di una progettazione di lunga durata, ed ha perso la capacità di sacrificarsi per qualcosa che sarà apprezzato solo dalle future generazioni. Per non parlare della perdita delle remore rispetto all’abuso delle risorse pubbliche e delle informazioni riguardanti le vite private o comunque delicate. I Paesi del Vecchio Continente vivono da alcuni decenni nei debiti che, si è già certi, non verranno rimborsati. Mentre un individuo singolo ha paura dei debiti, a livello statale siamo sempre più testimoni della creazione incredibile di nuovi debiti. Ma la situazione peggiora ancora se consideriamo anche la politica economica che, ad esempio nel settore agricolo, non è affatto solidale con i Paesi del Terzo Mondo. Così abbiamo un quadro generale europeo che dimostra tutti i suoi limiti. Oggi nessuno sa dire quali saranno gli sviluppi futuri di questa crisi. Nel caso estremo, potrebbe non solo distruggersi l’Eurozona ma anche l’Unione europea.Nonostante questi fatti, l’integrazione europea non ha un’alternativa. Se le nazioni europee vogliono fronteggiare le sfide nella società globalizzata, lo possono fare solo insieme. La crisi d’oggi facilita l’analisi delle sue cause ed il ritorno dell’attenzione sul ruolo del cristianesimo nella nostra società. I nostri Paesi hanno fatto esperienza per centinaia di anni della religione che per lungo tempo è riuscita a creare un ambiente adeguato per lo sviluppo della cultura e la prosperità economica. Senza cristianesimo, l’Europa non sarebbe mai stata così com’è. Però si deve riconoscere che durante gli ultimi decenni siamo stati testimoni di esperimenti che avevano il fine di stabilire nel Vecchio Continente un sistema di valori non-religioso. Dobbiamo riconoscere che il risultato della secolarizzazione non è solo la crisi demografica rilevante, una migrazione senza controllo ed il multi-culturalismo, o la crisi economica e possibile degradazione dell’Eurozona, ma soprattutto una grande implementazione della cosiddetta «Cultura della morte» nei sistemi giuridici di tanti Paesi europei. Lo dice anche la gente non religiosa che l’Europa è in decadenza. Tutto questo mostra che il sostituto per il cristianesimo non è stato trovato. La crisi odierna è una buona opportunità per la nuova evangelizzazione che porta dei risultati non solo per il rafforzamento della fede, ma soprattutto per le posizioni morali degli europei nella vita quotidiana. Posizioni che devono trasferirsi gradualmente nell’attività legislativa a tutti i livelli. L’Europa sarà più forte se diventa più cristiana. La nuova evangelizzazione può aprire la porta per la collaborazione anche con le altre Chiese, soprattutto con l’ortodossia russa. In un lungo periodo di tempo è importante aiutare la Russia a creare un’atmosfera che faciliti la sua trasformazione in una democrazia standard di tipo occidentale. Non solo per estensione del mercato. Le abitudini dei titani asiatici, soprattutto della Cina, rispetto alle domande sui diritti umani e la libertà religiosa, ci hanno a giusta ragione suggerito una grande prudenza. Il desiderio di guadagnare non deve mai cancellare la necessità di appoggiare i prigionieri di coscienza o tutti i gruppi che sono perseguiti dovunque nel mondo. Se non torniamo con il cuore al Vangelo di Gesù, perdiamo il coraggio di vivere per gli ideali che mostrano all’uomo la propria dignità e il suo vero fine: la salvezza eterna.

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