Potremmo affermare che le opere di misericordia, essendo opere, si fondano nell’agire, nell’amore “sul campo” e non teorico. In realtà però non si può fare una divisione così netta, semplice. La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e spirituale. L’unità dell’anima e del corpo è profonda: grazie all’anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente. Lo spirito e la materia, nell’uomo, non sono due nature congiunte, ma un’unica natura. Dobbiamo superare la separazione solo razionale anima-corpo che facevano i Greci. La tradizione biblica ci insegna a tenere insieme. D’altra parte la distinzione in 14 delle opere di misericordia è nata con l’intenzione di essere una semplificazione, di servire quale aiuto e memoria per i credenti, è pedagogica. Rischia però di frammentare in una casistica la realizzazione della misericordia, che deve sempre essere creativa, sistemica, eccedente, sovrabbondante. Ricordiamocele: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti. Dicevamo che la persona umana è corpo e anima insieme. Il mistero della persona sta anche nel suo essere in relazione con il prossimo. Rispetto alle opere corporali quelle spirituali vanno più a fondo nella relazione. Il fatto di essere persona implica la capacità di essere noi stessi. “Essere noi stessi” significa capacità di condividere il proprio sé con gli altri, non aver paura di perdere il proprio sé e i propri confini. Significa essere emotivamente disponibili all’incontro. Per consigliare, insegnare, ammonire, consolare, perdonare, sopportare, pregare è necessario un abbandono trasparente alla relazione e una scommessa sull’incontro che rischia anche di vederci uscire malconci e feriti.Ma questa è la vera empatia. Questo è il vero abbassarsi verso il povero. L’essere chiesa in uscita di Papa Francesco è anche questo scontrarsi con le nostre povertà mentre si va incontro alle povertà del nostro fratello.
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