L’emozione, la regola e... Bakhita

di Luigi Gatti

La seconda domenica di febbraio a Turano si celebra la festa dell’oratorio che è stato dedicato a Madre Bakhita come gratitudine per la grande tradizione educativa delle Madri Canossiane le quali, aiutate dalle suore della Sacra Famiglia per la scuola materna - a Turano ben due congregazioni religiose! - hanno allevato intere generazioni di ragazze attraverso la formazione cristiana e l’avviamento al lavoro di ricamo e cucito. Non sappiamo come le suore accompagnassero le ragazze al mondo dell’adolescenza e della giovinezza, sappiamo che oggi quegli orientamenti sembrano lontani anni luce. I tempi sono cambiati… “così poco abili anche noi a non dubitare mai di una libertà indecente” (R. Zero). Alla catechesi degli adolescenti, prendendo spunto da una notizia della radio di un inglese, padre a 14 anni ed ora, grazie alla figlia, nonno a 29, e di una ragazza di Bari tredicenne che aspetta un bambino da una relazione con un amico sedicenne, abbiamo letto l’invito del Papa perchè l’educazione sessuale a scuola, a volte contro la dimensione religiosa, non vada a sbattere anche contro la ragione. I commenti più stravaganti di alcuni giornalisti ci hanno portato a concludere che senza una dimensione almeno un po’ verticale è difficile fare vera educazione alla vita, alla persona, alla responsabilità, all’amore. Gli adolescenti si sentono bombardati da modelli di vita in cui tutto si consuma in fretta, da approcci sessuali vissuti solo come piacere fisico: un “sesso senza senso” che costringe poi a “ridurre il danno” con la pillola del giorno dopo. È emerso anche un altro dato sconcertante che conferma la velocità e l’evoluzione dei costumi affrettata e senza paletti. I diciassettenni sembrano non ritrovarsi con i ragazzi più giovani di tre o quattro anni e trovano che i maschi siano più addormentati mentre le ragazze molto più sveglie. Questa “impressione” è suffragata dalle statistiche che vedono la maggior parte dei ragazzi delle superiori dichiarare di far sesso “per il bisogno di sfogarsi ogni tanto”, mentre le ragazze “per far piacere al loro compagno”. Abbiamo concluso con la lettura di un testo fondamentale ed appas-sionato di Giovanni Paolo II ai giovani di Francia: “Tutta la storia dell’uma-nità é la storia del bisogno di amare e di essere amati. Lungi dall’essere un’inclina-zione istintiva, l’amore è una decisione cosciente della volontà di andare verso gli altri. L’essere umano è un essere corporale. Il corpo è una parola, una lingua. Quale meraviglia e quale rischio nello stesso tempo! L’unione dei corpi è sempre stata il linguaggio più forte che due esseri possono dirsi l’un l’altro. Per questo un tale linguaggio, che tocca il mistero sacro dell’uomo e della donna, esige che non si compiano mai i gesti dell’amore senza che siano assicurate le condizioni di una presa a carico totale e definitiva dell’altro e che l’impegno in questo senso venga preso pubblicamente nel matrimonio”. Allora un poco provocatoriamente ho chiesto loro: ma se uno ha rapporti completi a quindici anni cosa fa a venticinque? A volte gli adolescenti fanno i fidanzati, i fidanzati fanno gli sposi, gli sposi fanno i pensionati e i pensionati fanno quello che non hanno fatto da giovani… Abbiamo detto che è Dio il creatore dell’uomo e della donna, della loro intelligenza ed affettività, del corpo maschile e di quello femminile, pure dell’attrazione sessuale e dell’amore matrimoniale.E tutto questo è buono; lo dice il Signore nella Bibbia. Il rapporto pre-matrimoniale, ed extra-matrimoniale, non avrà mai quel cento per cento di senso che ha all’interno della famiglia, celebrato alla sera di una giornata fatta di lavoro, scuola, casa, tavola, gioie e fatiche, progetti e speranze, sogni e realtà …Non sarà che i nostri adolescenti “si rifugiano “ per difendersi da un mondo poco gratificante già in famiglia, a scuola, nello sport e, diciamolo, anche nell’oratorio? Cari genitori, allenatori, insegnanti, catechisti e preti ci mettiamo attorno a un tavolo e ci guardiamo negli occhi senza pregiudizi e ci chiediamo dove vogliamo andare?

di Luigi Gatti

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