Legalizzare la cannabis

è un errore

Non è bello vedere un ragazzo venire ammanettato e portato in carcere per atti delinquenziali, specie poi se questo ragazzo è uno studente che considera la sua scuola alla pari di una riserva di caccia ove smerciare la merce dai facili guadagni. Sto parlando di spaccio di droga nei pressi di scuole come successo al Liceo “Edgardo Mannucci” di Ancona o come ad un Istituto superiore di Osimo dove gli inquirenti hanno accertato la presenza di grandi manovre all’interno della stessa scuola. Ragazzi maggiorenni e minorenni con in tasca il gruzzolo di banconote arrotolate, che accettano di correre grossi rischi pur di soddisfare ogni tipo di esigenza che la movida richiede. E qui siamo al punto fondamentale. L’altra scuola, quella della strada, è fatta di particolari valori dai più ritenuti pseudi tali da contrastare senza se e senza ma. Com’è possibile, infatti, chiamare valore quello di rincorrere ad ogni costo l’acquisto di abiti firmati o quello di inseguire l’immagine tipo del mondo giovanile che vuole il ragazzo sempre pronto a scialacquare, a cercare la notorietà tra i frastornati coetanei, a cercare in tutti i modi il guadagno facile, anche a costo di tradire la fiducia dei propri genitori? E’ appena il caso di precisare che il pusher del Liceo Artistico “Mannucci” è il figlio della preside dell’Istituto peraltro da lui stesso frequentato. Sono situazioni che ti devastano dentro, che creano disordine mentale, che fiaccano l’animo e pongono profondi interrogativi. «Ma perché» o «dove ho sbagliato» sono le domande che un genitore si pone alla continua ricerca di una plausibile spiegazione con la speranza, sia pur remota, di mitigare un evidente fallimento educativo. Per i giornalisti sono episodi di cronaca, per molti genitori sono drammi che si vivono tra le quattro mura domestiche. Tra questi spiacevoli episodi di cronaca si inserisce la proposta di legge di iniziativa parlamentare sulla legalizzazione della cannabis che ha già scatenato un dibattito e che, sono sicuro, dividerà il Paese. A mio avviso è una proposta che finirà col generare confusione visto che la sua legalizzazione sposterà la valutazione su una diversa classificazione giuridica a cui siamo ancora oggi abituati. Una droga è pur sempre una droga. Pesante o leggera che sia, il consumo di una droga è sempre devastante. Motivare la sua depenalizzazione e il suo sdoganamento in società, sia pur retto da regole certe, col solo fatto di togliere alla criminalità mafiosa il monopolio dell’illecita distribuzione e del suo consumo, non può trovare giustificazione alcuna proprio per le conseguenze a cui tanti ragazzi potrebbero andare incontro. Un cervello chiamato a concentrarsi nello studio come può trovare un’ottimale condizione culturale o un equilibrio mentale se è esposto agli effetti degli oppiacei? Né può tranquillizzare il nostro animo, precisando che da tale consumo sono esclusi i minorenni. Anche l’alcol è vietato ai minorenni, eppure sappiamo benissimo quanto alto sia il consumo degli alcolici tra gli adolescenti alla ricerca dello sballo di gruppo; anche la vendita di tabacchi è vietata ai minorenni, eppure dobbiamo fare i conti con tanti adolescenti che fumano senza riserva alcuna; anche il gioco d’azzardo è vietato ai minorenni, eppure siamo a conoscenza di tanti ragazzini, abili con la tecnologia, che si rovinano, facendosi catturare dai micidiali circuiti telematici che non guardano in faccia a nessuno, né tanto meno chiedono la carta di identità. Ci mancava solo la liberalizzazione delle droghe leggere per avere il quadro completo che finirà probabilmente per incrementare solo le entrate fiscali, questo sì che sarà un affare, mentre col tempo finirà per rovinare tanti ragazzi. Una proposta di legge che ha pensato a tutto.Saranno, infatti, legalizzate le coltivazioni di piante di cannabis a scopi ricreativi anche se a determinate condizioni ben precise tra cui quella di limitare la coltivazione a un determinato numero di piante. Si parla di cinque piante di «sesso femminile»(sic!). E’ ammessa la coltivazione di cannabis anche in forma associata con la possibilità di istituire gruppi di persone non superiore a cinquanta. Nasceranno anche da noi i «Cannabis Social Club», simili a quelli che già ci sono in Spagna e in Belgio, dove si passa dal produttore al consumatore. Vuoi vedere che adesso devo preoccuparmi di creare un «Cannabis Bassis Club» per accogliere docenti e studenti maggiorenni vogliosi di farsi una canna prima di entrare in classe? Quasi quasi apro la saletta anche ai genitori che nell’attesa di essere ricevuti per l’udienza settimanale, potranno liberamente decidere di prepararsi al colloquio, chiarendosi le idee con una bella “cannata” in compagnia. Poi vedrò di legittimare uno spazio anche per i presidi che hanno bisogno di tirarsi su ogni tanto. Non sono battute bonarie o di spirito, né vogliono essere perfide. Fare dell’ironia in questi casi è forse necessario per entrare nel merito in maniera razionale. «La libertà comincia dall’ironia» ci ricorda Victor Hugo. Personalmente trovo questa proposta di legge assurda e comunque fuori da ogni logica razionale. Non è possibile pensare di depenalizzare l’uso delle droghe col solo fatto che in questo modo si possano indirizzare le forze dell’ordine a combattere la criminalità su altri fronti, né può trovare spazio la tesi secondo cui la ricaduta sui minori non sarà devastante se il controllo sarà pressante. Certo è previsto un uso terapeutico della cannabis molto utile per determinare cure attualmente regolate da eccessivi vincoli burocratici; sono previsti dei divieti che però non stemperano l’attenuazione di norme; continuano ad essere previste sanzioni per chi spaccia. Resta il fatto che con questa proposta di legge chiunque, purché maggiorenne, può detenere una piccola quantità di cannabis per uso personale. Ma questo non è sufficiente per indurci a non pensare che il libero uso di cannabis può voler dire un preoccupante consumo anche tra i minorenni. Molto è stato già detto su questo argomento e molto verrà ancora detto da che è favorevole e da chi è contrario. Certamente il dibattito riprenderà vigore in ambito politico e sociale quando la proposta di legge sarà portata in discussione in Parlamento, tuttavia sono convinto che talvolta le «molte parole – come dice Talete - non sono mai un indizio di molta sapienza».

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