Le entrate dello Stato hanno tenuto

Le scorse settimane il ministero dell’Economia e delle Finanze ha predisposto il “Documento di economia e finanza” con una serie di dati di finanza. Dal documento, che si può trovare sul sito internet del Ministero stesso, vengono utilizzati i dati presenti nell’Appendice A: Bilancio dello Stato. I dati contengono sia gli incassi che i pagamenti del bilancio dello Stato nel triennio 2008-2010, un periodo in cui il Paese ha vissuto una delle più pesanti crisi economiche.I dati non rappresentano la pressione fiscale complessiva che subiscono i cittadini, qui sono comprese solo le tasse destinate allo Stato centrale e non quelle pagate agli enti locali (Regioni, Provincie, Comuni).Gli incassi rettificati (in milioni) realizzati a tutto dicembre 2008, 2009 e 2010 (tab. A-3 pag.111) sono in costante discesa erano 437.471 nel 2008, scendono a 432.748 nel 2009 per poi collocarsi a 426.355 nel 2010. Contribuiscono a questo fenomeno sia le imposte dirette (che tassano il reddito) sia quelle indirette (che tassano i consumi), rimangono stabili le altre entrate.Esaminando, per brevità di spazio, le principali imposte si possono osservare i seguenti fenomeni:1) L’imposta che non delude il gettito è l’Ire (la tassa sul reddito delle persone fisiche ex Irpef) che è una delle poche che aumenta di gettito nel triennio, da 158.405 del 2008 a 160.533 del 2010. La percentuale di questa imposta sugli incassi totali passa dal 36% del 2008 al 37,65% dello scorso anno. L’aumento è conseguenza di tre motivi. Il primo è da ricercarsi nella struttura dell’imposta che è progressiva e basata su diversi scaglioni e aliquote. All’aumentare del reddito, quella parte di reddito che si colloca nello scaglione successivo viene tassato con un’aliquota maggiore. Per neutralizzare l’effetto inflazione sul reddito occorrerebbe modificare ogni anno l’importo dello scaglione: questa decisione non viene presa da anni e questo comporta un aumento automatico del gettito. Per chi ha memoria anni fa veniva usato un termine inglese per descrivere il fenomeno dal nome “fiscal drag”. Il secondo motivo deriva dal contrasto all’evasione che diventa sempre più efficace e questo contribuisce al recupero di gettito soprattutto nei confronti delle società di persone e individuali. Per ultimo vi è da rilevare che nel 2008 il governo ha deciso di cambiare i criteri dell’autotassazione di novembre che ha avuto un impatto negativo in quell’anno e che è stato recuperato dal fisco nell’anno successivo.2) All’interno delle imposte dirette crollano del 20% dal 2008 al 2009 e poi rimangono sullo stesso livello nel 2010 le imposte sulle imprese con personalità giuridica quale effetto della crisi economica. In termini percentuali sugli incassi complessivi si passa dal 10,8% del 2008 all’8,8% del 2010.3) Sempre nella categoria delle imposte dirette crollano del 50% le ritenute sui redditi di capitale quale effetto del basso livello dei tassi di interesse conseguenza della politica monetaria della Banca Centrale Europea. Si tratta prevalentemente delle ritenute sui depositi bancari (tassate con un’aliquota del 27%) e di quelle sulle obbligazioni e titoli di Stato (con un’aliquota del 12,5%) a carico delle persone fisiche. Questo è un fenomeno che può essere letto in modo positivo: segnala che lo Stato sostiene un basso costo sul debito pubblico.4) Nella categoria delle imposte indirette si riprende il gettito Iva dopo la discesa del 2009, è in forte aumento l’imposta sul gas metano per effetto dell’aumento delle tasse e del maggior parco autoveicoli circolanti con tale alimentazione; calano le imposte sugli oli minerali perché scende il loro consumo (riscaldamento e autovetture) e quelle di registro e ipotecarie (minori trasferimenti immobiliari).5) Il gettito del canone Rai, polemiche di questi giorni è stato rispettivamente 1.644 nel 2008, 1.660 nel 2009 e 1.698 nel 2010, conseguenza dell’aumento del canone.6) Da ultimo, per fortuna dello Stato e per incoscienza di quella parte dei cittadini che lo praticano, sono in crescita costante le entrate da giochi e lotterie.Un triennio il 2008-2010 in cui si è interrotta la politica fiscale tendente ad aumentare l’imposizione sui consumi e sui patrimoni con l’obiettivo di diminuire la tassazione sul lavoro. Paradossalmente le entrate del bilancio dello Stato hanno tenuto grazie ai redditi da lavoro.

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