Le dimissioni del Papa e le elezioni

Sono giorni di grande attenzione soprattutto a due fatti. Il primo: le dimissioni del Papa. Il secondo: le elezioni politiche del 24 e 25 prossimi. Sulle dimissioni di Benedetto XVI si è detto e scritto da tutti e di tutto. Prevalente l’elemento sorpresa, con la ricerca di motivazioni convincenti. Sorprendente anche la “reazione popolare”, fatta di grande affetto e apprezzamento. Oltre centomila persone si sono fatte presenti alla piccola celebrazione dell’Angelus di domenica 17 febbraio. Agli applausi scroscianti lui ha risposto con un semplice: “Grazie”! Sono convinto che il nostro Papa, con la comunicazione al Concistoro dell’11 febbraio, ha detto le motivazioni più convincenti del suo gesto: “Data l’età, non mi sento più le forze necessarie per rispondere adeguatamente ai bisogni della Chiesa”. Il suo ministero di Pastore supremo richiede infatti tanto lavoro, e soprattutto, un’attenzione specifica all’infinita varietà dei problemi pastorali che le comunità ecclesiali devono affrontare: problemi di tutto il mondo! Perché la Chiesa Cattolica è in tutto il mondo e deve rispondervi con la sua azione pastorale. Che è culto a Dio, non solo, ma orientamento della vita! Benedetto XVI verrà certamente ricordato per questa sua scelta singolare e del tutto inattesa, ma anche e soprattutto per il suo illuminato magistero, rispondente agli interrogativi essenziali dell’essere umano, alle problematiche socio-culturali del nostro tempo. Un magistero diretto, quotidiano. Un magistero protrattosi per lunghi anni, alle spalle del predecessore: il Beato Giovanni Paolo II.Se da questo possiamo allo scenario della campagna elettorale sembra di precipitare in un abisso con linee e con dimensioni di tutt’altra qualità. Anche qui mille le voci, che i media sovrappongono, e che sembrano affrontarsi soprattutto in una polemica infinita. Per scegliere consapevolmente con il voto bisogna conoscere ed essere in grado di valutare programmi e uomini dei partiti in campo. Gli uomini che compaiono alla televisione sono quasi sempre i leaders dei molto numerosi gruppi-partito. Ad essi, soprattutto i telegiornali, fanno dire solo alcune battute di tipo propagandistico, per indicare gli obiettivi immediati che si propongono, e spesso con toni polemici e di radicale critica nei confronti degli avversari. E’ tutt’altro che facile sapere con qualche precisione le articolazioni, le particolari attenzioni dei programmi; e le loro possibili attuazioni. La frammentazione in atto, le non conoscenze, i toni rissosi hanno prodotto l’ingigantirsi del numero degli “indecisi”, di chi si dichiara per l’astensione, o si orienta verso posizioni populiste-piazzaiole. Quale sarà il Parlamento prodotto da tale situazione? Sarà possibile formare una maggioranza in grado di governare? Di governare stabilmente?... Si dovrà tornare alle urne? Con la medesima legge elettorale? In una situazione simile alla presente?E tutta la problematica della recessione economica-produttiva? …della disoccupazione? …dell’impoverimento? …delle famiglie? …dei giovani? …dell’invecchiamento demografico con i suoi terribili pesi sanitari, assistenziali, economici?Una campagna elettorale seria e positiva dovrebbe averli presenti, far discutere su di essi per ottenere scelte coerenti.In Vescovi italiani, e anche il Papa Benedetto – pur non entrando esplicitamente nell’agone politico-partitico, hanno dato in proposito, ripetutamente, degli orientamenti di carattere etico, e non per l’interesse della Chiesa, ma del popolo, per una convivenza comunitaria positiva e un autentico progresso sociale. L’insistente richiamo ai “valori non negoziabili” ne sono la dimostrazione chiara, per chi vuol allargare lo sguardo alla loro portata sulla struttura sociale dell’oggi e del domani. Quando si uscirà dalla crisi in cui viviamo? Come ne usciremo?A mio parere i “cattolici” autentici, e non solo di nome, devono decidere di partecipare al voto (l’astensione dà ancora più forza e rende più negativi gli “onnipotenti” di turno). Devono sforzarsi di comprendere le proposte dei gruppi-partito in lizza e scegliere tenendo come fondamentale orientamento le indicazioni del Magistero ecclesiale.

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